La Nuova Sardegna

Nuoro

Soddu: «Non voglio le primarie»

di Luciano Piras
Soddu: «Non voglio le primarie»

Il sindaco uscente si ricandida per succedere a sé stesso. «È più importante parlare del progetto»

15 febbraio 2020
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NUORO. No, le primarie no. Rompe gli indugi, scioglie la riserva, annuncia di ricandidarsi per tentare di succedere a sé stesso, ma le primarie... quelle proprio no. «Ritengo che il sindaco uscente non debba fare le primarie» conferma Andrea Soddu, da tempo su questa linea. Alla guida di Nuoro dal 2015 e ora pronto a sottoporsi ancora una volta al giudizio degli elettori, sperando di tenere ben saldo il timone del palazzo civico di via Dante.

Ma allora è vero che ha fatto la primadonna per prendere tempo ed evitare a tutti i costi le primarie?

«No. Non ho fatto la primadonna. Sono un lavoratore, un libero professionista e un padre di famiglia. Per cui prima di affrontare un altro mandato devo prima fare i conti in casa. Li ho fatti, ho cercato una soluzione e l’ho trovata. La mia iniziale resistenza era dovuta soltanto a questo» ribadisce.

E le primarie?

«Il tempo per farle c’è, se proprio si volessero fare, le elezioni sono previste per il 7 giugno, dunque c’è tutto il tempo necessario per poterle fare. Ma ritengo che il sindaco uscente non debba farle».

Perché?

«Ci sono 170 Comuni che la prossima primavera andranno al voto in Sardegna. Tra questi anche Comuni grossi come Porto Torres e Quartu Sant’Elena, dove non ci saranno le primarie. Perché le deve fare proprio il sindaco uscente di Nuoro? In quei Comuni, tra l’altro, non c’è neanche un sindaco uscente. Per me non sono importanti né le primarie né la guida. È importante il progetto, piuttosto. Questo progetto lo abbiamo costruito noi, e lo stiamo portando avanti noi, la nostra amministrazione. Sarebbe bello, ed è necessario, che a questo progetto partecipi il più ampio numero di forze politiche e di portatori di interesse. Correggendone gli aspetti che abbiamo visto che non hanno funzionato, aggiustando il tiro tutti insieme per candidare la città a ricoprire il ruolo di guida del territorio, una risorsa per tutti, per le zone interne, per la Sardegna».

Cinque anni sono passati, altri cinque potrebbero essere davanti. Basteranno per portare a termine la missione?

«L’aspettativa è che nella nostra città, attraverso il primo ed eventualmente anche il secondo mandato, inizi un percorso condiviso. I percorsi sono molto lunghi. Le città e i paesi che si sono ripresi un po’ dal torpore o hanno cambiato volto non lo hanno fatto in cinque o dieci anni, ma hanno iniziato a farlo nei primi cinque anni o dieci anni. Faccio l’esempio di Galtellì: era un paese poverissimo, ha intrapreso il suo percorso di rilancio negli anni Settanta con il sindaco Porcu, dopo c’è stato un altro sindaco, un altro ancora, e via di seguito, oggi c’è il sindaco Giovanni Santo Porcu: ecco, tutti loro hanno intrapreso una strada, son cambiati i colori politici ma la strada è stata sempre la stessa. Lo stesso è stato fatto a Golfo Aranci, Castelsardo, Baunei, a Cagliari. Cagliari ha iniziato un percorso virtuoso con il mandato di Mariano Delogu, che è durato otto, nove anni, dopodiché chiunque è arrivato ha dovuto proseguire su quella strada. E oggi, anche se c’è una alternanza di sindaci, la strada è sempre quella. Questo vorrei, che all’esito del mio impegno politico si possa dire un domani: “l’amministrazione Soddu ha dato un contributo affinché si avviasse una strada per portare Nuoro verso una speranza, verso un giorno migliore”».

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