La Nuova Sardegna

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di Alessandro Farina
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18 febbraio 2020
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BOSA. Il sindaco Piero Franco Casula torna sui problemi della sanità territoriale e ospedaliera in Planargia, ribadisce la linea d’azione espressa nei giorni scorsi e lancia un appello diretto alla sanità ospedaliera di Oristano. «Mi aspetto che anche i medici del San Martino scendano in campo, così come hanno fatto gli operatori di Bosa in occasione dell’ultimo consiglio comunale. Le occasioni non mancheranno». Sulla carenza di specialisti nei servizi territoriali, in testa fisiatra e logopedista per adulti, e sulle carenze di organico all’ospedale Mastino, che hanno spinto Ats e Assl a una manovra temporanea che sembra però dilatarsi nel tempo creando più di un problema agli operatori, che si sono rivolti ai sindacati, gli amministratori ed i cittadini attendono risposte dalla politica regionale e dall’azienda sanitaria.

Il clima quindi, anche dopo gli incontri a Bosa e Cagliari, resta di massima attenzione, come attesta la linea d’azione ancora una volta enunciata dal sindaco di Bosa. «Non siamo più disposti a subire passivamente disservizi presso l’ospedale di Bosa e, se sarà necessario, adiremo azioni legali. Lo faremo non per precettare i medici – sottolinea Casula – ma per “interruzione di un pubblico servizio”; sarà poi qualcun altro a stabilire di chi sono eventuali responsabilità». Per Casula «il mondo della sanità deve ragionare in modo solidale e sostenere le giuste rivendicazioni delle comunità», mentre l’intento palese dell’amministrazione «è solo quello di rappresentare le istanze dei cittadini” afferma il sindaco. Che, dopo le discussioni dei giorni scorsi chiede: «Le mie dichiarazioni hanno creato sconcerto ai medici del San Martino? E cosa dovrebbero dire i cittadini del nostro territorio dei disastri creati dalla politica del passato, che ha creato un mostro ingestibile come l’Ats, causa dello sfascio degli Ospedali periferici?».

Per Piero Franco Casula i cambiamenti annunciati all’indomani del vertice tenuto a fine gennaio a Cagliari non saranno applicati dall’oggi al domani. «Nel frattempo non si possono chiudere i presidi e l’unica soluzione attuabile è la rotazione dei medici disponibili. È giusto che i medici rivendichino i loro diritti», ribadisce il sindaco, insieme al rinnovato appello che «garantiscano la copertura e il mantenimento dei servizi e, se è il caso, di condividere azioni nei confronti di chi ci ha portato a questo punto». Quantomeno fino al completamento dell’iter di concorsi e nuove assunzioni nella sanità isolana, che dovrebbe permettere di tirare un generale sospiro di sollievo, ospedale Mastino compreso. Previo impegno dell’amministrazione locale di continuare a sollecitare l’assessore Mario Nieddu e l’Ats ad affrontare la questione.

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