La Nuova Sardegna

Nuoro

Fanghi reflui a Magomadas sit-in davanti alla Provincia

Fanghi reflui a Magomadas sit-in davanti alla Provincia

Un gruppo di cittadini protesta contro l’impianto durante la conferenza di servizi Nulla di fatto nel confronto tra i tecnici comunali e regionali sulle autorizzazioni

22 febbraio 2020
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ORISTANO. Poteva essere la riunione decisiva per capire se e come l’impianto di trattamento fanghi reflui di Magomadas avesse ancora una chance o meno. E invece nonostante la protesta di un gruppo di residenti del paese, tutto è stato rimandato a un nuovo incontro. La conferenza dei servizi, aperta solo ai tecnici comunali, provinciali e regionali, doveva esprimersi sulla liceità delle autorizzazioni per la realizzazione dell’impianto, ma non è andata oltre una prima ricognizione dei dossier presentati dai diversi uffici. La riunione doveva valutare infatti se esistessero o meno le condizioni per convocare una nuova conferenza dei servizi dove, a quel punto, la Provincia, in autotutela e sulla base di solidi ragionamenti, avrebbe revocato le autorizzazioni. Ma non siamo ancora in questa fase. I tecnici locali e centrali hanno esposto le loro ragioni, confermando in sostanza le diverse posizioni, con i funzionari regionali che avrebbero – il condizionale è d’obbligo perché la seduta si è svolta a porte chiuse – confermato i nulla osta mentre i tecnici comunali avrebbero espresso dubbi sulla distanza dell’impianto dal paese spiegando quale è il perimetro urbano da considerare. Le norme distinguono dove debbano essere collocati gli impianti di trattamento dei rifiuti, ma non è chiaro se la distanza sia dal centro abitato o dall’area urbana di un comune. Sono due dimensioni ben diverse e su queste si gioca la partita, per adesso amministrativa, delle autorizzazioni.

Fuori dalla sede della Provincia alcune decine di persone, con striscioni e slogan contestavano la liceità dell’impianto di trattamento, distribuendo ai passanti anche un lungo volantino nel quale venivano ricordate le ragioni della protesta. «È una questione che non riguarda solo la Planargia, ma l’intera Sardegna», hanno detto alcuni rappresentati del comitato. «Siamo qui come organizzatori del sit-in, per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini. Dall’apertura dell’impianto della Geco in piena estate 2019, tutto il territorio è stato inondato da miasmi insostenibili e invaso a dismisura da nugoli di mosche, che rendevano invivibile ai residenti dei quartieri limitrofi all’impianto, la normale quotidianità e mettevano a rischio il benessere psico-fisico dei residenti. Anche chi non abita in prossimità dell’impianto ha segnalato disagi derivanti dal transito dei mezzi che trasportavano tali carichi, e che lasciavano scie nauseabonde e nugoli di mosche. I cittadini maggiormente esposti hanno ripetutamente segnalato ai loro amministratori e agli enti preposti gli inconvenienti rilevati, ricevendo però risposte generiche e mai esaustive. Chiediamo l’annullamento dell’autorizzazione poiché l’impianto risulterebbe non coerente con le prescrizioni del Piano Regionale dei rifiuti. Nelle precedenti Conferenze di Servizi non siano mai emerse le seguenti incongruenze: distanza dell’impianto dal perimetro urbano del Comune; distanza dell’impianto dalle scuole di Tresnuraghes; distanza dell’impianto dai centri abitati dei comuni di Flussio, Modolo, Tinnura e Tresnuraghes; divieto di realizzazione di impianti di gestione rifiuti nelle aree comprese nel Disciplinare di produzione del vino Malvasia di Bosa Doc, territorio su cui insiste la ditta Geco».

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