La Nuova Sardegna

Nuoro

«Telefonini e droga nelle celle? Servono tecnologia e rinforzi»

di Valeria Gianoglio
«Telefonini e droga nelle celle? Servono tecnologia e rinforzi»

I sindacalisti: «I detenuti a Badu ’e Carros sono cambiati: sono sempre più mafiosi e alta sicurezza» La garante Giovanna Serra: «Ma la struttura sta reggendo bene e lo dicono le ultime operazioni» 

22 febbraio 2020
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NUORO. «Che vogliamo fare? Sappiamo che nascondi qualcosa: ce la consegni tu o ti dobbiamo portare in ospedale per un controllo?»: era finita così, alcuni giorni fa, tra il personale della polizia penitenziaria di Badu ’e Carros e l’ennesimo sospetto – poi rivelatosi più che fondato – circa la presenza di un minuscolo telefonino tra le parti intime di un detenuto del settore alta sicurezza. E non era la prima volta, ma nemmeno l’ultima volta che il copione sarebbe andato in scena: un altro episodio, infatti, risale ad appena tre giorni fa, quando gli agenti, coordinati dalla comandante Manuela Cojana, sono riusciti a sequestrare altri tre minuscoli cellulari e una discreta quantità di hascisc. «Cosa sta succedendo a Badu ’ e Carros? Stiamo cercando di capirlo anche noi – spiega Giovanni Villa, rappresentante regionale della Cisl-Fns – perché è evidente che c’è qualcosa che non quadra anche se, grazie al grande lavoro di tutto il personale, stiamo riuscendo a trovare i microtelefonini e la droga che alcuni detenuti si fanno consegnare e tentano di mantenere in carcere. Ma abbiamo bisogno di nuovi apparati tecnologici, come i jammer, ovvero gli inibitori di segnale che il ministero ha già acquistato ma non ha ancora distribuito, e serve anche più personale a disposizione. I detenuti sono tanti e a Nuoro sono per la maggior parte sono detenuti del settore alta sicurezza».

«Abbiamo bisogno di strumenti nuovi e adeguati ai tempi e ai nuovi detenuti – spiega il rappresentante della Cgil-Fp, Luciano Porcu – A Badu ’e Carros, ormai, la stragrande maggioranza dei detenuti non sono comuni ma sono dell’alta sicurezza e molti sono detenuti per associazione mafiosa. Per loro avere un telefonino significa non solo poter comunicare con l’esterno ma anche continuare a gestire il loro potere pure all’interno di un carcere. Stiamo facendo da tempo controlli molto più capillari, e le operazioni più recenti lo confermano, ma come organico siamo messi male. Giusto per fare un esempio, stanotte che io ero di turno eravamo in 8, mentre in teoria saremmo dovuti essere non meno di 12-15. Nel ’93 eravamo 245 unità e ora, invece, siamo sui 140. E come se non bastasse, visto che è diminuito anche il personale amministrativo, c’è qualcuno di noi che è stato destinato in parte a coprire quegli incarichi, come all’ufficio paghe o come addetto al ritiro di pacchi, farmaci o faccende urgenti». «I tempi sono cambiati ed è cambiata anche la tipologia dei detenuti – spiega Michele Cireddu, segretario generale della Uil-polizia penitenziaria della Sardegna – e questo comporta diverse cose, anche sul fronte dell’organico della polizia penitenziaria. Il personale previsto per Badu ’e Carros parla di 175 agenti, ma attualmente ne sono presenti 140. Sulla carta, quindi, c’è una carenza di 35 agenti. Ma c’è da considerare che è un numero sottostimato, e noi lo abbiamo segnalato in più occasioni perché abbiamo fatto notare che le proiezioni sono risalenti ai periodi antecedenti alle assegnazioni dei detenuti appartenenti alla criminalità organizzata italiana (mafia, camorra, ’ndrangheta) e internazionale, come Al Quaeda e similari. Ovviamente questi detenuti richiedono una presenza maggiore di agenti per salvaguardare la sicurezza dell’istituto ed esterna, in occasione delle traduzioni in ospedale o tribunale». Oltre ai rinforzi, dunque, per fronteggiare il pianeta detenuti cambiato nella sostanza, e il caso telefonini e droga, servono anche nuovi strumenti tecnologici come ad esempio gli inibitori di frequenza. «Servirebbero rinforzi – commenta anche la garante dei detenuti, Giovanna Serra – perché da tempo, a Badu ’e Carros, la maggior parte dei detenuti sono in alta sicurezza, per associazione mafiosa, mentre il personale non aumenta. E nonostante questo la struttura sta tenendo bene grazie agli sforzi e all’impegno del personale».

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