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A giudizio per appalti pilotati, i non ricordo dei tecnici Cogemi

A giudizio per appalti pilotati, i non ricordo dei tecnici Cogemi

BORORE. Lavori che iniziano ma si fermano a metà, anzi, in corso d’opera arriva anche una variante che cambia la scelta del materiale per la pavimentazione di una piazza che nell’appalto originario...

04 marzo 2020
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BORORE. Lavori che iniziano ma si fermano a metà, anzi, in corso d’opera arriva anche una variante che cambia la scelta del materiale per la pavimentazione di una piazza che nell’appalto originario doveva essere bitumata e invece, si decide per il basalto. Nel frattempo però, i fondi si rivelano insufficienti. In Comune si decide di utilizzare i fondi derivanti dalle economie di gara, così, è ancora il progettista e all’epoca, anche sindaco a Noragugume, Michele Corda, a chiamare direttamente negli uffici della Regione, per capire se l’operazione è possibile. Il ruolo di Michele Corda, libero professionista, ora imputato assieme ad altri tredici fra amministratori pubblici e progettisti del Marghine e dell’Alto Oristanese al processo scaturito dall’inchiesta Hazzard, su un presunto sistema di condizionamento degli appalti, è stato al centro dell’udienza tenuta ieri mattina in tribunale a Oristano. Il tempo ha però cancellato i ricordi e così, i tecnici della Cogemi, l’impresa che si era aggiudicata i lavori, alle domande del pubblico ministero Armando Mammone, hanno risposto con molti «Non ricordo». È stato così Michele Corda (che quattro anni, come anche l’allora sindaco di Borore, Salvatore Ghisu, fa finì agli arresti domiciliari) a chiedere di intervenire per spiegare ai giudici del Collegio (presidente Carla Altieri) come quella ricostruita fosse una prassi del tutto regolare. Il processo prosegue il 7 aprile. (m.c.)



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