La Nuova Sardegna

Nuoro

Borore, sostituito il medico di base

di Alessandra Porcu
Borore, sostituito il medico di base

Sospiro di sollievo per 700 pazienti che temevano di restare senza assitenza

05 marzo 2020
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BORORE. Sono circa 700 i pazienti di Borore che, dopo aver temuto il peggio, da ieri possono tirare un gran bel sospiro di sollievo. Il medico di base andato via lo scorso 28 febbraio è già stato sostituito. La paura di centinaia di persone era che quel posto potesse rimanere vacante, chissà per quanto tempo. E se questo fosse accaduto in molti sarebbero stati disposti alla mobilitazione generale. Avrebbero fatto le barricate per impedire che una buona fetta della popolazione potesse rischiare di rimanere senza il dottore. Si dicevano pronti a utilizzare tutti gli strumenti in loro possesso per difendere il diritto alla salute. All'assistenza sanitaria e alla medicina di prossimità.

Pericolo scampato, dunque. Almeno per un altro anno. Il medico Salvatore Pinna ha preso servizio lo scorso 2 marzo e, salvo modifiche, dovrebbe osservare gli stessi orari del suo predecessore. Anche l'ambulatorio di via Mazzini continuerà a essere la sede in cui svolgere il proprio lavoro. La stessa che, a dire il vero, aveva già occupato due anni fa, prima del trasferimento in un'altra sede. Quello di Pinna, insomma, non è che un ritorno nel piccolo centro del Marghine. Ad andare controcorrente è invece la sua collega. Angela Maria Del Rio fa il medico condotto a Borore dal 1994. Sono passati 26 anni da quando le era stato assegnato quel ruolo. Si potrebbe parlare quasi di un vero e proprio record, visto l'andamento della situazione negli ultimi tempi. Ha in carico 1000 pazienti. Il tetto massimo concesso. Lei, come altri medici in servizio da decenni, è ormai parte della comunità. Conosce tutte le persone che ha in cura. Con ognuna di loro si è instaurato un rapporto di fiducia. Così come dovrebbe essere tra medico e paziente. Una pratica che, purtroppo, fatica a stare in piedi in un periodo in cui ai giovani dottori vengono affidate solo sedi temporanee. Fino a quando le graduatorie regionali non verranno sbloccate, si proseguirà su questa linea. E così facendo sarà impossibile, o comunque molto difficile, garantire la continuità che sta alla base della professione medica e del legame tra i camici bianchi e i loro assistiti.

Se non si cambierà passo, a subirne le conseguenze negative saranno sempre e comunque i piccoli paesi. Già costretti a fare i conti con emigrazione, crisi demografica e smantellamento dei servizi, potrebbero persino dover essere costretti a rinunciare al medico. O meglio, lo avrebbero ma non in modo esclusivo. Ce ne sarebbe soltanto uno per un numero indefinito di Comuni. Uno scenario tutt'altro che rassicurante.

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