La Nuova Sardegna

Nuoro

Ex artiglieria, 17 dipendenti a processo

di Kety Sanna
Ex artiglieria, 17 dipendenti a processo

Accusati di truffa sei di loro hanno patteggiato 8 mesi. Gli altri 11 hanno scelto di andare a dibattimento il prossimo 8 luglio  

06 marzo 2020
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NUORO. È approdata in tribunale la vicenda dei presunti “furbetti del cartellino” dell’ex Artiglieria di viale Sardegna. Sono accusati di truffa ai danni dello Stato. Ieri mattina al quarto piano del palazzo di giustizia, davanti al gup Teresa Castagna, si è tenuta l’udienza preliminare per 17 dipendenti dell’ex caserma Loy finiti in un’inchiesta della procura «in quanto in più occasioni e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto per sé o per altri, inducendo in errore la pubblica amministrazione di appartenenza circa la presenza sul luogo di lavoro».

Per sei di loro, la vicenda si è chiusa ieri con un patteggiamento a 8 mesi. Si tratta di Pasqualino Bassu di Oliena, Salvatore Cancellu di Nuoro, Francesco Furriolu di Esporlatu, Antonio Tanda di Orgosolo, difesi dagli avvocati Pietro e Mario Silvestro Pittalis; Francesco Mastinu di Mamoiada, difeso dall’avvocato Francesco Lai e Guglielmo Biscu di Oliena, difeso dall’avvocato Paolo Tuffu. «Pur respingendo le responsabilità penali loro contestate – hanno detto i difensori – hanno scelto il rito alternativo per evitare i tempi lunghi del processo».

Gli altri undici imputati sono: Sergio Atzeni di Dualchi, Sebastiano Bassu di Nuoro, Pietro Canudu di Oliena, Antonio Deiana di Nuoro, Giuseppe Fois di Nuoro, Roberto Pisanu di Nuoro, Sebastiano Secchi di Posada e Pasqualino Lanzafame di Benetutti (difesi dagli avvocati Pietro e Mario Silvestro Pittalis), Giovanni Patta di Sorgono (difeso dagli avvocati Pittalis e Francesco Manduzio), Francesco Carta di Bono (difeso dall’avvocato Florentina Dore) e Rosario Fadda di Orotelli (difeso dall’avvocato Monica Murru), che hanno invece scelto la strada del dibattimento, e si presenteranno davanti al giudice il prossimo 8 luglio.

Stando all’accusa (pm Ilaria Bradamante) gli imputati si assentavano ripetutamente dall’ufficio dell’ex caserma Loy di viale Sardegna, senza autorizzazione, durante il normale orario di servizio, facendo figurare le loro prestazioni lavorative nei fogli di presenza ma omettendo di utilizzare la scheda magnetica per far risultare i periodi di assenza, con conseguente danno per la pubblica amministrazione. Attestavano falsamente la propria presenza in servizio. Le ore di assenza contestate agli imputati vanno da un minimo di 6 ore a un massimo di 55 ore totali. L’indagine era partita nel settembre di due anni fa anche se, già l’anno precedente, con un’ispezione ministeriale interna alla struttura, si era cercato di intervenire con misure disciplinari su una situazione che rischiava di esplodere da un momento all’altro. Poi il blitz dei carabinieri del comando provinciale negli uffici e il successivo sequestro di faldoni, tesserini, documenti cartacei e digitali, ma anche immagini dell’impianto di videosorveglianza dell’ex caserma, portati via su ordine della procura che coordinava le indagini. A questo si era aggiunta un’intensa attività tecnica da parte degli inquirenti, caratterizzata da lunghi pedinamenti e ore di intercettazioni telefoniche e ambientali. Materiale poi finito nel fascicolo del sostituto procuratore titolare dell’inchiesta che al termine delle indagini preliminari aveva chiesto il rinvio a giudizio per i 17 dipendenti.

«In sede di dibattimento avremo la possibilità di provare che i nostri assistiti sono estranei ai fatti loro contestati – hanno detto ieri gli avvocati –. Dimostreremo che da contratto avevano diritto a delle pause durante il lavoro e anche a orari flessibili». L’avvio del processo per i presunti “furbetti del cartellino” è stato fissato per l’8 luglio.

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