“La famiglia al centro” uno sportello a Macomer
di Paolo Maurizio Sechi
Strategie contro lo spopolamento, l’Anci sarda sceglie il capoluogo del Marghine Progetto varato dal Governo e gestito dalla Regione. In campo un pool di esperti
06 marzo 2020
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MACOMER. Anche il capoluogo del Marghine è stato inserito, insieme ai Comuni di Dorgali e Sorgono in provincia di Nuoro, tra i venti selezionati in tutta l’isola nel progetto “La famiglia al centro”, lo sportello di ascolto finanziato dal consiglio dei ministri con un milione e 200mila euro che la Regione sarda ha trasferito direttamente all’Anci, associazione dei comuni, che gestirà il contributo. Si tratta di uno sportello unico che può essere itinerante o trovarsi nel Distretto sanitario. Il compito assegnatogli è evitare le emergenze e risolvere i problemi dello spopolamento, delle culle vuote, della disoccupazione e della dispersione scolastica grazie alla consulenza di psicologi, psicoterapeuti, pedagogisti e mediatori culturali con l’intento di riunire in una rete i servizi per agevolare la vita quotidiana delle famiglie, inizialmente in via sperimentale, attraverso laboratori con il coinvolgimento delle associazioni di volontariato e, dopo l’avvio del progetto, anche delle imprese che lavoreranno insieme agli assessorati comunali ai Servizi sociali. E Macomer, comune che in 30 anni ha perso oltre 1400 abitanti, passando dai 11.124 abitanti del 1991 ai 9756 del 31 dicembre 2019, ha sicuramente necessità di un supporto di questo genere.
Il progetto non è rivolto solo alle famiglie dove è presente il disagio non solo economico ma in generale punta a contribuire al miglioramento della qualità della vita delle comunità. “La famiglia al centro” dovrà diventare anche il punto di riferimento per genitori, insegnanti e amministratori comunali attraverso una struttura stabile. Adesso sarà compito dell’amministrazione declinare l’utilizzo di questo strumento.
Il progetto non è rivolto solo alle famiglie dove è presente il disagio non solo economico ma in generale punta a contribuire al miglioramento della qualità della vita delle comunità. “La famiglia al centro” dovrà diventare anche il punto di riferimento per genitori, insegnanti e amministratori comunali attraverso una struttura stabile. Adesso sarà compito dell’amministrazione declinare l’utilizzo di questo strumento.