La Nuova Sardegna

Nuoro

Marescialla aggredita, condannati due sarulesi

di Kety Sanna
Marescialla aggredita, condannati due sarulesi

Un anno e dieci mesi per i giovani accusati di resistenza e minacce I fatti contestati risalgono al 3 aprile 2018 giorno della festa di Santa Lucia

06 marzo 2020
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SARULE. Si è concluso ieri il processo a carico di due ragazzi di Sarule accusati di aver aggredito i carabinieri durante la festa di Santa Lucia, il 3 aprile 2018. Lorenzo Puddu è stato condannato a un anno e 10 mesi mentre l’amico, Stefano Schirru a un anno e 8 mesi. Difesi dagli avvocati Milena Patteri e Marcello Masia i due giovani accusati di resistenza a pubblico ufficiale con azione minacciosa e violenta e maltrattamento di animale. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi per entrambi. Il collegio presieduto da Giorgio Cannas, invece, ha assolto Schirru per non aver commesso il fatto dall’accusa di oltraggio, e Puddu perché il fatto del maltrattamento di animale non sussiste. L’udienza si è aperta con le repliche del pubblico ministero Ireno Satta che partendo dai punti su cui si è incentrata la discussione della difesa, secondo la quale tanti dubbi non sono stati chiariti neppure in chiusura di istruttoria dibattimentale, ha rimarcato alcuni passaggi delle testimonianze sentite in aula.

«Se il dilemma è chi abbia chiamato i rinforzi il giorno della festa – ha detto Satta – lo ha affermato a chiare lettere la marescialla della stazione, Elena Zanier che dopo aver ricevuto la chiamata del comandante che chiedeva l’intervento dei militari, per la presenza in piazza di alcuni cavalli che disturbavano i presenti, in abiti civili si era precipitata sul posto. È prima di arrivare in centro che Zanier aveva chiamato la centrale operativa di Ottana. Non capisco – ha aggiunto – perché sia stata contestata ai carabinieri di Sarule la richiesta delle generalità, solo perché si trattava di ragazzi del paese. Inoltre – ha concluso il pm – non ho dubbi sul fatto che gli imputati abbiano scelto come testi persone del posto che potessero mettere in discussione la versione dei militari». Le controrepliche della difesa hanno rimarcato quanto detto in sede di discussione. «Il problema – ha detto l’avvocata Patteri – è che nel corso del dibattimento non è emerso che vi fosse o meno pericolo per i presenti. Ciò che è stato contestato in questo processo è l’atteggiamento e le modalità dell’intervento dei militari. Se poi è vero che la Zanier è stata minacciata con un bastone – ha aggiunto il difensore – possibile che nessuno si sia preoccupato di recuperarlo? Inoltre – ha concluso il legale – possibile che il carabiniere Farina, vedendo la notizia sui quotidiani non si sia preoccupato di recarsi in caserma per fornire la sua versione dei fatti? Per il pubblico ministero, invece, l’avrebbero dovuta fare i cittadini di Sarule che, ovviamente, mai avrebbero voluto deporre contro i carabinieri». La sentenza a fine mattinata.

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