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Nuoro, lo sgambetto spaccatesta mette in allarme le scuole

Stefania Vatieri
Nuoro, lo sgambetto spaccatesta mette in allarme le scuole

Nato negli Usa come gioco estremo, è arrivato anche in città con i social media. In poco tempo è diventato una sfida che può provocare gravissime lesioni

09 marzo 2020
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NUORO. Scuola e genitori in allarme per lo sgambetto spaccatesta. Lanciata sui social, la nuova pericolosa sfida dello skullbreaker (questo il termine inglese che indica il gioco particolarmente pericoloso) si sta diffondendo a macchia d’olio anche tra i giovanissimi nuoresi con conseguenze inimmaginabili. Al momento non è chiaro quale sia la reale diffusione dello skullbreaker tra i giovani nuoresi, ma si preannuncia come un fenomeno da bloccare al più presto. A dirlo a chiare lettere sono anche i presidi e gli insegnanti delle scuole barbaricine che, qualche giorno prima della chiusura degli istuituti per l’emergenza Coronavirus, hanno messo in campo una serie di misure preventive atte a limitare la pericolosa emulazione del gioco. I numerosi video presenti nel web del macabro “scherzo” sono stati infatti proiettati per giorni nelle classi di tutte le scuole del territorio: dalle medie, dove il fenomeno sembra essere più diffuso, fino agli istituti superiori e alle scuole elementari, con l’obiettivo di informare quanti più alunni possibile sulle gravi conseguenze di questa nuova moda.

A partire dal liceo scientifico Enrico Fermi, la scuola più popolosa della provincia, dove per il momento non è stato registrato nessun caso di skullbreaker. «Siamo tutti molto in ansia per questo nuovo gioco che vorrei precisare non può essere definito gioco, dal momento che è a rischio l'incolumità fisica di uno dei partecipanti – spiega la dirigente del Fermi, Mariantonietta Ferrante –. All'interno del gruppo ci sono sempre state sfide di coraggio ma il problema è quando si perde la consapevolezza del limite. Abbiamo messo in atto strategie per informare gli studenti sulla gravità di questo gesto ed evitare così che non ci siano vittime inconsapevoli».

Una posizione condivisa anche dal dirigente della scuola media Grazia Deledda, Andrea Fadda, dove invece sono stati registrati alcuni casi di skullbreaker che fortunatamente non hanno avuto conseguenze gravi. «Non è facile arginare questi fenomeni nati quasi per gioco sul web – spiega la responsabile del plesso scolastico Grazia Deledda, Gianfranca Massaiu –. Credo che l’età compresa tra gli undici e i quattordici anni sia quella più a rischio per questo tipo di cose, perché i ragazzi non siano ancora in grado di capire quali possano essere le conseguenze di alcuni gesti, che a questa età vengono attuati per essere accettati dal gruppo. Stiamo comunque facendo il possibile per informare i genitori e i ragazzi, oltre che il personale scolastico: tutti devono sapere per poter intervenire nel migliore dei modi».

Lo skullbreaker è l’ultima follia del web, nata in America e giunta in poco tempo in Italia grazie al potere dei social, che lo hanno trasformato in una sfida, challenge appunto, in grado di coinvolgere sempre più teenager ignari delle devastanti conseguenze. L’idea è tanto perversa quanto pericolosa. Il gioco, se così si può definire, consiste in una sfida tra tre ragazzi posizionati uno accanto all’altro: i due esterni saltano in sincronia e, una volta terminato, tocca al ragazzo o ragazza al centro fare lo stesso. E qui arriva lo spacca-testa. Mentre la persona al centro è in aria gli altri due le fanno lo sgambetto, provocandone la caduta, la vittima è ignara di ciò che sta accadendo e senza rendersi quasi conto perde l’equilibrio, sbattendo violentemente la schiena o la testa al suolo e rischiando lesioni gravi. La sfida ha già provocato tantissimi feriti a livello globale, addirittura un morto e, grazie alla diffusione sui social network, che l’ha originata, è ora arrivata prepotentemente anche nelle nostre case.

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