La Nuova Sardegna

Nuoro

Micro-nido, zero aiuti dal “Cura Italia”

di Giusy Ferreli
Micro-nido, zero aiuti dal “Cura Italia”

Villagrande, la titolare di una struttura: crisi gravissima, intervenga la Regione

29 marzo 2020
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VILLAGRANDE STRISAILI. Renata Mereu è un'educatrice ogliastrina. Vive e lavora a Villagrande Strisaili dove, nel 2009, ha aperto “L'angolo dei bambini”, micro-nido in grado di ospitare fino a 12 piccoli dai 3 mesi ai 3 anni . Anche la sua attività, al pari di tanti suoi colleghi della Sardegna, titolari di strutture private che offrono servizi educativi alla prima infanzia, si regge sulle rette pagate dalle famiglie. La sua categoria è stata tra le prime ad abbassare le serrande il 5 marzo, all'indomani delle disposizioni governative, e ora teme per il suo futuro e per quello della sua dipendente. Renata ha sottoscritto senza indugi una lettera dai toni accorati che è stata inviata al presidente della Giunta regionale, Christian Solinas. «Dopo lo sconforto iniziale – si legge nel documento –, l’unica cosa che ci rimane è unire le forze e sperare di poter rialzare le serrande quanto tutto sarà finito. Grazie ai social ci siamo riuniti per far sentire la nostra voce e lanciare il grido di allarme in una battaglia che ci accomuna: la sopravvivenza». Nella lettera appello si ricorda che sono coinvolte tante famiglie: le loro, quelle dei dipendenti e quelle dei bimbi iscritti. «Dobbiamo ricordare che le nostre attività – prosegue – vanno avanti col solo ed unico sostegno derivato dalle rette che i genitori corrispondono di mese in mese per accudire i loro figli. Purtroppo non godiamo di alcun fondo o sovvenzione da parte di enti comunali o regionali». La chiusura delle scuole e dei servizi all’infanzia, al momento fino al 3 aprile – data che sarà sicuramente prorogata – sta mettendo in ginocchio l’intero settore. «Il “Cura Italia” ha cercato di porre tanti rimedi alla profonda crisi provocata dalla pandemia ma, sfortunatamente, non è riuscita a ricomprendere le pur minime salvaguardie alle esigenze vitali del nostro settore». Il timore è che se non ci saranno concreti interventi di sostegno, al momento di riaprire, la quasi totalità degli educatori non sarà in grado di farlo. Una comunità educante che secondo quanto emerge dall’ultimo report dell’ Istat assicura un servizio indispensabile. I nidi attivi sul territorio risultano 13.145 e i posti disponibili coprono solo il 25,7 per cento di cui il 50 per cento offerti dal servizio privato. «Ci sentiamo abbandonati ad un destino che porta al tramonto di ogni sforzo fatto per realizzare i nostri indispensabili servizi. Piccole imprese che forse saranno tali per dimensioni ma che rappresentano i bisogni e necessità dei di bambini e famiglie nonché tutta la nostra vita e che ci sono costate tutti i nostri risparmi». La speranza è che la Regione predisponga un fondo per affrontare la chiusura delle scuole.

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