La Nuova Sardegna

Nuoro

Cave e turismo, Orosei affronta la sfida più dura

di Paolo Merlini
Cave e turismo, Orosei affronta la sfida più dura

La prefettura blocca la vendita di 3500 tonnellate di marmo destinate all’Egitto  Il sindaco: ignorati dalla Regione prima del Covid. Stagione alberghiera a rischio

01 aprile 2020
4 MINUTI DI LETTURA





OROSEI. L’ultima mazzata è arrivata ieri mattina, quando il sindaco Nino Canzano ha ricevuto una comunicazione dalla prefettura in cui si diceva che il marmo non è un bene essenziale, e che dunque i blocchi già venduti e in attesa di essere stivati in una nave egiziana ferma da qualche giorno al porto di Olbia non potevano essere spostati dalle cave di Orosei. Si parla di 3500 tonnellate che, dopo mesi di crisi, un imprenditore era riuscito a collocare in uno dei pochi mercati lasciati aperti dall’emergenza coronavirus, il nord Africa. Lo stesso è accaduto ad altre società del settore che si ritrovano tonnellate di marmo invendute.

Il blocco delle attività produttive e commerciali sta mettendo in ginocchio l’economia del paese più florido della Baronia, dove il settore lapideo dà lavoro a un migliaio di persone e quello turistico ad altrettante. Lo sa bene il sindaco Nino Canzano, che ieri ha coordinato una riunione di giunta in cui si è deciso come distribuire i buoni spesa appena stanziati dal governo. Orosei avrà 62mila euro. «Serviranno tutti – dice il sindaco – e siamo pronti a fare la nostra parte se non basteranno». La stima è che ne usufruiranno almeno 200 famiglie. «Siamo appena all’inizio di una delle emergenze più dure affrontate dal nostro paese – dice Canzano –. Il settore lapideo è fermo, almeno 150 lavoratori sono in cassa integrazione, è bloccato anche tutto l’indotto. Francamente non capisco la decisione del comitato istituito presso la prefettura che ha bloccato il semplice trasporto del marmo. Ma è solo uno dei problemi che gravano su questo settore, completamente dimenticato dalla Regione e da smanie di protagonismo personali che non hanno portato ad alcun risultato. A questo si aggiunge la crisi del turismo. La stagione generalmente inaugurava a Pasqua, ma ovviamente non sarà possibile. C’è più di un imprenditore che sta pensando di saltare completamente la stagione, e riporre le speranze al prossimo anno». Il turismo a Orosei è fatto di grandi numeri (è il terzo centro della Sardegna quanto a presenze estive dopo Alghero e Arzachena), di villaggi da 1000 posti letto e prenotazioni con largo anticipo. In caso di serrata, le conseguenze sarebbero enormi.

«Ma la crisi delle cave parte da lontano», dice Canzano. «Già prima del coronavirus, nei nostri mercati più importanti, Cina e India, soffrivamo la concorrenza interna o di altri nazioni. Molte aziende hanno chiuso, prima dell’emergenza ci sono stati 30 licenziamenti, poi il ricorso alla Cig che ora è diventato la norma. Parliamo di un settore che fattura 50 milioni l’anno, che la Regione sarda, e segnatamente la giunta Solinas, ha colpevolmente trascurato». Nei mesi scorsi si era parlato di marmo-bond per soccorrere gli imprenditori. «Ancora non si sono visti, mi auguro siano inclusi nella finanziaria regionale appena approvata. Comunque si tratta di un palliativo, due milioni che darebbero sollievo per un mese, non di più. Soldi che poi gli imprenditori dovranno restituire. I problemi sono altri, però. Penso agli sfridi, per esempio. La Regione sa benissimo che abbiamo una discarica abusiva dove i residui dell’estrazione del marmo vengono collocati da vent’anni, e la nostra amministrazione su questo punto ha assunto una linea di fermezza. Parliamo di 650mila metri cubi. Abbiamo disposto un piano cave ma serve l’approvazione della Regione, che non arriva. Il Comune non è mai stato convocato a Cagliari per un incontro, chiesto ben prima dell’emergenza sanitaria».

È di questi giorni la notizia della sospensione in Provincia della procedura per l’appalto della circonvallazione, che dovrebbe evitare in futuro il passaggio nel centro del paese dei camion con i blocchi di marmo. Sono arrivate 164 offerte da altrettante imprese che hanno diritto di assistere all’apertura delle buste. Ma ai tempi del coronavirus non si può riunirle, e dunque si spera di farlo per teleconferenza. Se anche una sola ditta si opponesse a questa soluzione salterebbe l’appalto. «Anche qui assistiamo a errori marchiani e a un fortissimo ritardo. Della circonvallazione parliamo dal 1999, al mio primo mandato. Se ci si fosse mossi per tempo non saremmo in questa situazione», commenta il sindaco Canzano.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

In Primo Piano
L’incidente

Scontro frontale sulla Sassari-Olbia, cinque feriti in codice rosso

Le nostre iniziative