La Nuova Sardegna

Nuoro

«Salvate il trenino del Montalbo»

di Luciano Piras
«Salvate il trenino del Montalbo»

Lodè: dopo due stagioni di grande successo, il gommato dei turisti rischia di fermarsi per sempre

02 aprile 2020
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LODÈ. Franco Floris ha 44 anni e una gran voglia di fare impresa, venti contratti blindati alla mano e lavoro per almeno tre stagioni di fila, come minimo da qui al 2022. Dieci le famiglie che con lui hanno un reddito stagionale assicurato. Più l’indotto. Eppure il suo Trenino avventura Montalbo, che era riuscito persino a superare gli ostacoli dovuti alla frana di Su Lidone, sulla strada provinciale Siniscola-Lodè (rimasta chiusa per oltre un anno), stavolta rischia davvero di fermarsi davanti a una salita che sembra insuperabile: la burocrazia da coronavirus. «Le banche mi costringono a chiudere i battenti» è lo sfogo amaro dell’imprenditore di Lodè, costruttore edile di casa a Budoni e in Costa Smeralda.

È cinque mesi fa che Floris ha deciso di comprare un altro treno gommato lillipuziano nuovo di zecca per crescere con Sardegna Explorer Tour, l’azienda messa in piedi con la moglie, Tonia Ferrai, classe 1983, di Budoni con sangue ogliastrino. Quando poi la firma del mutuo sembrava cosa fatta, è scoppiata l’emergenza Covid-19, con il sistema creditizio che ha subito tirato i remi in barca nonostante il decreto Salva Italia che vuole andare incontro alle partite Iva. «Io sono il primo che chiuderà, e come me chiuderanno altre 10mila partite Iva in Sardegna» sottolinea Franco Floris, diventato ormai il portavoce di questa miriade di microimprese che tengono viva e vegeta l’economia dell’isola.

«Niente treno, niente assunzioni» è la sintesi estrema che spinge il 44enne lodeino a chiedere al governatore Christian Solinas e all’assessore regionale del Turismo Giovanni Chessa un vertice ad hoc sulle piccole, piccolissime e medie imprese sarde. «La situazione in Sardegna è grave e non c’è tempo da perdere. Spero che Solinas prenda in mano la situazione nel più breve tempo possibile». Emblematico il caso Montalbo, dove il trenino carico di turisti ha percorso la pedemontana in lungo e in largo nei primi due anni di lavoro. «Quest’anno, con il blocco dovuto al coronavirus ho già perso cinque uscite programmate a pieno carico» racconta Floris. Ma il danno maggiore arriverà da maggio in poi. Ai 36 posti che ha il primo Trenino avventura Montalbo (quello inaugurato nel giugno del 2018 e che tanto successo ha avuto fin da subito), si sarebbero dovuti aggiungere gli altri 60 posti del nuovo modello Dotto adocchiato e preordinato cinque mesi fa con le migliori prospettive davanti. «Ho tutte le garanzie in regola, venti contratti triennali firmati con i maggiori tuor operator e le agenzie di viaggio, gli alberghi e i villaggi della costa orientale, da Eden Viaggi a Tui e Nicolaus, dal Cala della Torre di La Caletta al Consorzio Costa Smeralda... ho anche un contributo al 50% a fondo perduto dell’Agenzia Argea, di cui abbiamo vinto un bando... fideiussioni fatte, ma niente, le banche hanno bloccato tutto e ora non guardano in faccia a nessuno» spiega Floris. Che aggiunge: «Ho anche dovuto dare incarico a un avvocato». Eppure il mutuo in questione è una gocciolina d’acqua nel mare magnum del credito alle imprese: 150mila euro. Tanto basta per sbloccare l’inghippo e far arrivare a Sant’Anna di Lodè il trenino di produzione veneta, omologato anche per il trasporto disabili. Un piccolo grande treno che farebbe decollare la Sardegna Explorer Tour mettendo insieme in un solo colpo i settori turistico e agropastorale visto che con Franco Floris lavorano anche i pastori (vendendo i loro prodotti, dal miele al formaggio) che gravitano nel Montalbo come pure nella piana di Posada-Torpè, territorio del Parco regionale di Tepilora e Riserva di biosfera Mab Unesco.

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