Mura: «Gli anziani sono i più fragili»
di Alessandro Mele
Il vescovo chiede alle istituzioni di non abbandonare le strutture in difficoltà
09 aprile 2020
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NUORO. «Le case di riposo rappresentano uno degli anelli più deboli di questa grave emergenza sanitaria». Sulla questione delle strutture di accoglienza , in particolare quella di Bitti, è intervenuto il vescovo di Nuoro Antonello Mura che ha anche rilasciato un’intervista pubblicata sulle colonne del quotidiano vaticano L’Osservatore Romano.
«Vivere insieme, stando a contatto, espone operatori e ospiti a una alta probabilità di contagio – ha detto il presule –. Ciò ha creato situazioni molto problematiche nelle varie strutture di tutta la Sardegna. Ospedali e case di riposo sono luoghi che meritano grande attenzione da parte delle istituzioni. In questo periodo particolare che stiamo vivendo – ha continuato il vescovo – si sta compiendo un lavoro di monitoraggio su tutto il territorio regionale in modo da riuscire a intervenire attraverso la distribuzione di dispositivi di protezione individuali e igienizzanti che consentano agli ospiti e agli operatori di affrontare il virus in totale sicurezza».
«È doveroso – ha aggiunge Mura – essere all’altezza delle necessità che questo contagio richiede. Al “Nostra Segnora de su Meraculu” si sono vissuti momenti di grande panico – ha proseguito il vescovo –. C’è stato un momento molto drammatico in cui alla presenza del virus si è aggiunta la paura di non riuscire a combatterlo. Gli operatori hanno affrontato l’emergenza in un lasso di tempo molto breve, e unendo le forze sono riusciti a fronteggiare la situazione».
«Ora però, – ha proseguito Antonello Mura – c'è un clima migliore, anche grazie all’ingresso di nuovo personale e all’utilizzo di protezioni che consentono a chi è positivo di affrontare la quarantena nella propria camera. Un’organizzazione che ha funzionato e ha permesso di affrontare al meglio l’emergenza».
Poi la rete solidale che si è creata attorno alla struttura con la diocesi che è stata primo donatore della sottoscrizione aperta a favore della casa di riposo. «Una mobilitazione che ha visto insieme Comune e parrocchia – ha spiegato il vescovo –. La nostra diocesi è intervenuta offrendo 10mila euro dal fondo carità, proveniente dall’8xmille, e nonostante la drammaticità del momento, tutta la comunità ha risposto con grande partecipazione e razionalità».
Il vescovo di Nuoro e Ogliastra inoltre, ha voluto mettere in risalto la collaborazione tra il sindaco e il parroco del paese «durante la quale ha prevalso l’attenzione, l’equilibrio e la compartecipazione». Senza però dimenticare l’operato e l’aiuto continuo della Protezione civile e dell’Ats, in prima linea in questa emergenza sanitaria.
Una pandemia che ha fatto registrare migliaia di vittime e contagi in tutto il mondo. E il pensiero del vescovo Antonello Mura, infatti, non poteva che andare ai due sacerdoti della diocesi, don Pietro Muggianu e don Giovanni Melis, unici presbiteri in Sardegna ad essere deceduti a causa del Covid-19.
«Vivere insieme, stando a contatto, espone operatori e ospiti a una alta probabilità di contagio – ha detto il presule –. Ciò ha creato situazioni molto problematiche nelle varie strutture di tutta la Sardegna. Ospedali e case di riposo sono luoghi che meritano grande attenzione da parte delle istituzioni. In questo periodo particolare che stiamo vivendo – ha continuato il vescovo – si sta compiendo un lavoro di monitoraggio su tutto il territorio regionale in modo da riuscire a intervenire attraverso la distribuzione di dispositivi di protezione individuali e igienizzanti che consentano agli ospiti e agli operatori di affrontare il virus in totale sicurezza».
«È doveroso – ha aggiunge Mura – essere all’altezza delle necessità che questo contagio richiede. Al “Nostra Segnora de su Meraculu” si sono vissuti momenti di grande panico – ha proseguito il vescovo –. C’è stato un momento molto drammatico in cui alla presenza del virus si è aggiunta la paura di non riuscire a combatterlo. Gli operatori hanno affrontato l’emergenza in un lasso di tempo molto breve, e unendo le forze sono riusciti a fronteggiare la situazione».
«Ora però, – ha proseguito Antonello Mura – c'è un clima migliore, anche grazie all’ingresso di nuovo personale e all’utilizzo di protezioni che consentono a chi è positivo di affrontare la quarantena nella propria camera. Un’organizzazione che ha funzionato e ha permesso di affrontare al meglio l’emergenza».
Poi la rete solidale che si è creata attorno alla struttura con la diocesi che è stata primo donatore della sottoscrizione aperta a favore della casa di riposo. «Una mobilitazione che ha visto insieme Comune e parrocchia – ha spiegato il vescovo –. La nostra diocesi è intervenuta offrendo 10mila euro dal fondo carità, proveniente dall’8xmille, e nonostante la drammaticità del momento, tutta la comunità ha risposto con grande partecipazione e razionalità».
Il vescovo di Nuoro e Ogliastra inoltre, ha voluto mettere in risalto la collaborazione tra il sindaco e il parroco del paese «durante la quale ha prevalso l’attenzione, l’equilibrio e la compartecipazione». Senza però dimenticare l’operato e l’aiuto continuo della Protezione civile e dell’Ats, in prima linea in questa emergenza sanitaria.
Una pandemia che ha fatto registrare migliaia di vittime e contagi in tutto il mondo. E il pensiero del vescovo Antonello Mura, infatti, non poteva che andare ai due sacerdoti della diocesi, don Pietro Muggianu e don Giovanni Melis, unici presbiteri in Sardegna ad essere deceduti a causa del Covid-19.