La Nuova Sardegna

Nuoro

Nella casa di riposo di Bitti i casi positivi sono in calo

di Kety Sanna
Nella casa di riposo di Bitti i casi positivi sono in calo

Negativizzati nove dei 16 anziani che erano stati contagiati il 26 marzo Il sindaco: «I dati sono confortanti ma non dobbiamo abbassare la guardia»

09 aprile 2020
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BITTI. Dopo le notizie drammatiche dei giorni scorsi (due morti e tre anziani ricoverati al San Francesco), arrivano segnali incoraggianti dalla casa di riposo di Bitti trasformata, in questo momento storico, in un vero e proprio reparto Covid. Ieri mattina l’esito dei tamponi a cui sono stati sottoposti gli ospiti della struttura, gli operatori che lavorano all’interno e i loro familiari, fa ben sperare, vista la forte regressione dei casi. Dei sedici anziani del Nostra Signora de su Meraculu, risultati positivi al coronavirus il 26 marzo scorso, infatti, ben dieci si sono negativizzati nello screening di lunedì, mentre su due dei tre ospiti risultati prima negativi e trasferiti in un albergo del paese, è stata riscontrata la positività e per questo ritrasferiti dentro la casa di riposo. Per quanto riguarda il personale della casa di riposo, i cinque operatori positivi due settimane fa, sono risultati tutti negativi, e i loro parenti non hanno avuto alcun contagio. Al contrario, uno degli operatori che allora era risultato negativo è stato dichiarato positivo.

Negatività confermate anche per tutti gli infermieri, i medici di base e gli operatori del 118 che non erano stati ancora sottoposti a indagine sanitaria. Si tratta di dati parziali – viene specificato – perché entro le prossime 48 ore i soggetti risultati negativi verranno sottoposti a nuovo tampone, mentre quelli positivi dovranno ripeterli tra due settimane.

«Sono numeri confortanti – ha detto il sindaco Giuseppe Ciccolini –, ma non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. Siamo ancora in una situazione di piena emergenza ed è necessario rafforzare le buone pratiche di contrasto al virus. Abbiamo vinto una battaglia, ma abbiamo ancora da vincere una guerra contro un nemico invisibile e molto pericoloso. Questo risultato – ha aggiunto – è frutto di uno straordinario lavoro di squadra portato avanti in queste settimane con le strutture sanitarie regionali, e in particolare con la Assl di Nuoro, con il Servizio igiene, con gli infermieri dell’Assistenza domiciliare integrata e i medici di base, con la parrocchia di Bitti e la diocesi di Nuoro, sotto il puntuale coordinamento della Protezione civile regionale».

Quello che è stato ribattezzato il “modello Bitti” studiato e già previsto in caso di emergenza dall’Unità di crisi regionale, ha permesso di trasformare la casa di riposo del paese in un reparto Covid a tutti gli effetti, dividendo i pazienti positivi dai non. E propro i dati arrivati ieri dimostrano quanto sia stato importante mettere in sicurezza, nel minor tempo possibile, la sede di focolaio e tutti i soggetti a vario titolo coinvolti.

«Abbiamo coordinato e dato supporto al sindaco – ha sottolineato Antonio Belloi, direttore generale della Protezione civile regionale – per mettere in atto un piano che ha funzionato. Continuiamo a monitorare le situazioni intervenendo su tutto il territorio». Intanto a sostegno della casa di riposo di Bitti è nata una vera e propria campagna di raccolta fondi, una gara di solidarietà. «La risposta dei bittesi è stata straordinaria – ha detto don Totoni Cossu responsabile della struttura per anziani. La raccolta (che si può fare con bonifico: IBAN: IT80M0101585250000070727796, intestato ad Associazione N.S. del Miracolo Casa alloggio per anziani – e Causale: “Raccolta fondi casa di riposo su Meraculu”, oppure contattando direttamente il parroco al numero di telefono 3286470884 e i due rappresentanti laici del comitato: Rina Bandinu al 3409392768, e Giuseppe Ruiu 3387579143) sta andando oltre le aspettative grazie al contributo di tutti. Ognuno dà quello che può per la struttura – ha concluso il parroco – e per i bisognosi del paese. Sono tante, infatti, le persone che ogni giorno lasciano viveri e beni di prima necessità in parrocchia proprio per chi ha necessità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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