La Nuova Sardegna

Nuoro

«Fanghi e tante polemiche ma noi eravamo in regola»

di Giulia Serra
«Fanghi e tante polemiche ma noi eravamo in regola»

Magomadas, la conferenza di servizi sancisce la legittimità della concessione Parlano i titolari dopo il nulla osta della Provincia. Respinte le contestazioni

12 aprile 2020
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MAGOMADAS. «Ci siamo attenuti al rispetto del diritto e della legge e il provvedimento della Provincia è stato fatto su basi giuridiche». Così la Geco srl, per voce del socio Leonardo Galleri, commenta il nulla osta dato all’impianto di trattamento dei fanghi, in territorio di Magomadas, provenienti dal processo di depurazione di Acquedotto pugliese. «Non sussistono i presupposti per l’annullamento d’ufficio», è quanto ha scritto il dirigente del settore Ambiente dell’ente. Un responso che ribadisce la legittimità ad operare dell’attività finita al centro delle polemiche alla fine del 2019 per le proteste dei residenti della zona per l’impatto in termini di puzza e presenza di mosche, ma anche per la provenienza del fango, le modalità di trattamento e l’utilizzo del prodotto finito come ammendante. Cinque le contestazioni analizzate nella conferenza. Sulla distanza dell’impianto a meno di 300 metri dal centro abitato di Magomadas, la Provincia si affida alla «storicità dello stabilimento della Geco srl», attivo dal 2003, alla «sua peculiare collocazione urbanistica in area industriale, artigianale e commerciale» e al fatto che il Comune dall’anno di apertura non abbia mai sollevato rilievi di sorta sulla sua ubicazione. Un impianto che, è bene ricordarlo, fino alla nuova attività avviata nel luglio del 2019, si occupava del recupero di materiali edili provenienti da scavi, demolizioni di murature e pavimentazioni stradali e che, nel 2017, ottiene dalla Regione l’approvazione per installare un impianto per il trattamento di 80mila tonnellate di fanghi da depurazione.

La seconda criticità è la distanza inferiore a 1.000 metri dalle scuole del Comune di Magomadas: per la Provincia il criterio è inapplicabile, in quanto è previsto solo per impianti che effettuano operazioni di smaltimento o di produzione di combustibili dai rifiuti e non per quelli che effettuano operazioni di recupero. Il terzo rilievo è la collocazione a meno di 3.000 metri dai centri abitati di Tresnuraghes, Flussio, Tinnura e Modolo. Anche in questo caso il criterio non può essere applicato all’impianto della Geco, in quanto la disposizione fa riferimento ai soli impianti che trattano fanghi di depurazione destinati al diretto riutilizzo in agricoltura. Il quarto aspetto è quello spinoso della collocazione dell’impianto in un’area vocata alla produzione della preziosa Malvasia doc. Anche in questo caso la contestazione non viene ritenuta rilevante, visto «il rispetto delle previsioni del piano regionale di gestione dei rifiuti, la storicità dello stabilimento, l’interpretazione delle previsioni del Piano nel senso di evitare che coltivazioni storiche siano eliminate per far posto ad un impianto di gestione di rifiuti e l’inserimento dello stabilimento in zona industriale da parte del Puc di Magomadas». Ultimo aspetto, valutato insussistente, è il rispetto delle fasce stradali e quindi il corretto distanziamento dello stabilimento di Geco sia dalla Ss 292 e dalla Sp, 35 sia dalla vicina strada comunale. Galleri aggiunge: «I fertilizzanti chimici andranno sostituiti con quelli organici e le direttive europee si muovono in questo senso. L’utilizzo della sostanza organica per la produzione dei fertilizzanti è l’unica alternativa».

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