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Nuoro

Bosa, restituisce i buoni spesa al Comune: «Ho trovato lavoro, non ne ho più bisogno»

di Alessandro Farina
Bosa, restituisce i buoni spesa al Comune: «Ho trovato lavoro, non ne ho più bisogno»

Ambulante trova un piccolo impiego e rende gli aiuti alimentari. Casula: «Un gesto di grande sensibilità civica che mi ha colpito profondamente»

15 aprile 2020
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BOSA. Le funzioni del Triduo pasquale si sono svolte a porte chiuse nelle storiche chiese di Bosa e della Planargia, alla presenza del celebrante e di pochissime altre persone ammesse dalle attuali stringenti e temporanee normative. A Bosa il sindaco Piero Franco Casula ha partecipato in fascia tricolore per rappresentare l’intera cittadina fluviale, domenica mattina, alla messa della Pasqua nella chiesa del Sacro Cuore, salutando, al termine della funzione religiosa trasmessa in diretta radio e social, quanti seguivano da casa. Occasione servita per raccontare un gesto di grande valore e onestà da parte di un commerciante della città del Temo.

«Un ambulante – ha raccontato a tutti il primo cittadino, tenendo riservata l’identità del protagonista di questo episodio – mi ha chiamato al telefono dicendomi di non avere più la necessità di utilizzare il buono alimentare a cui aveva diritto –. Mi ha detto di essere riuscito a incassare quanto gli consentiva di fare la spesa, perché contattato da un Comune vicino per offrire un servizio agli abitanti. Fatto che gli ha permesso quindi di lavorare. Nonostante tutto – ha sottolineato il sindaco di Bosa – sono rimasto particolarmente colpito da questo gesto di grande sensibilità civica. Ho risposto all’ambulante di consegnare il buono alimentare (sono circa 40 su una platea stimata in 200 famiglie quelli finora consegnati a Bosa) a chi ne ha necessità».

In diversi spopolati centri sull’altopiano della Planargia non è più presente, infatti, neanche un negozio di alimentari e i residenti sono costretti a spostarsi in altri paesi limitrofi per fare scorte di cibo. Situazioni queste che le ordinanze regionali non prendono in considerazione, mettendo a dura prova i cittadini che vivono in piccole realtà della Sardegna e perciò penalizzate rispetto ad altre.

I residenti nei borghi, in caso di spostamenti anche per assoluta necessità, come quella di approvvigionarsi di generi alimentari, carburante, legnatico, sono esposti a molti più rischi. Nonostante tutto a Bosa ma anche nei centri vicini dalla vigilia di Pasqua e fino a ieri le strade sono rimaste vuote così come le spiagge e le campagne.

Il temuto “esodo” per la consueta gita fuori porta, che ha mobilitato non poche forze dell’ordine in controlli a terra, dal mare e anche dal cielo, non si è insomma materializzato. Mentre in Planargia la stragrande maggioranza della popolazione ha mantenuto, come accade da settimane, salvo qualche piccola eccezione, massima prudenza e rigore nel distanziamento sociale imposto dalla necessità di evitare possibili occasioni di contagio nell’anno del Covid-19.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



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