La Nuova Sardegna

ORGOSOLO. Aveva 85 anni, Giuseppe Muscau, e nella sua vita aveva certamente vissuto molte stagioni, alcune delle quali complicate. Si è spento il giorno di Pasqua a Orgosolo, il suo paese; dal 1979 era stato assunto in Rai, nella sede di Sassari, come specializzato di ripresa. Si era lasciato dietro le spalle il fardello di anni pesanti, quelli legati al banditismo, durante i quali aveva conosciuto lunghi periodi di latitanza rispetto ad accuse dalle quali era stato completamente scagionato.

Quegli anni li aveva raccontati in una intervista al giornalista Peppino Fiori, custodita negli archivi della Rai. Un’intervista che risale al 1968, resa da Giuseppe - Peppe - Muscau che però tutti a Orgosolo conoscevano come “Grussotto” in un italiano poco frequentato ma comunque immediato, che la mediazione di Fiori aveva reso ancora più chiaro.

Dieci anni dopo, Peppe Muscau era approdato alla Rai. La vigilia della nascita della tera rete: resterà lì per 25 anni. Lo ricorda Bruno Merella, ex giornalista di Rai 3. «Ho avuto la fortuna di averlo al mio fianco come collega e amico e quando dico amico mi riferisco alla solidità del rapporto barbaricino. Assegnato alla sede Rai di Sassari divenne subito un compagno di lavoro intelligente, instancabile e particolarmente simpatico. Assieme al giornalista e all’operatore, faceva parte di una troupe e quindi era sempre in movimento. Nell’incendio di Curraggia a Tempio, rischiammo la pelle ma riuscimmo a realizzare servizi drammatici proprio grazie alla perfetta intesa. Peppe aveva anche uno spiccato senso dell’umorismo. Quando mi propose di fare un servizio su uno zio che aveva compiuto 100 anni si affrettò a precisare: A Orgosolo è l’unico che ha raggiunto il secolo incensurato». Con la troupe Rai divenne la chiave d’accesso alla Barbagia, e al Supramonte, di cui era instancabile guida.