La Nuova Sardegna

Nuoro

Ovodda, il virus non ferma il rito di “Sa ia de sa paza”

di Giovanni Melis
Ovodda, il virus non ferma il rito di “Sa ia de sa paza”

Prove di normalità, nonostante le restrizioni, con la burla pasquale a una nubile  Quest’anno destinataria la sindaca Sedda. E il paese “assolve” l’autore del gesto

15 aprile 2020
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OVODDA. Prove di “normalità” ad Ovodda, dove ieri il primo cittadino è stato destinatario di una simpatica burla da parte di qualche buontempone. Perché nel tempo del coronavirus ogni uscita, salvo quelle consentite dai vari decreti, è vietata. E passi per la Pasqua e Pasquetta in casa, ma di rinunciare ad una importante tradizione come quella de sa ia de sa paza, il sentiero di paglia, qualcuno non se l'è sentita proprio. Ed è stata proprio Cristina Sedda a scoprire di esserne stata destinataria di una singolare iniziativa, spiegando la curiosa vicenda sul suo profilo facebook. «Questa – ha scritto il sindaco – è una tradizione che riguarda la notte di Pasqua dove in qualche modo si lasciava un segnale per le donne nubili. Si usava anche fare i sentierini di paglia da una casa all'altra di due possibili fidanzati che non avevano ancora conclamato la loro unione».

Un gossip ante litteram, lontano dagli smartphone che immortalano qualsiasi cosa. Un rito che divertiva la popolazione, creando qualche piccolo imbarazzo agli sposi nascosti che così venivano “scoperti”. Ma quest’anno l’antico uso era a rischio. E qualche persona di spirito ha pensato di metterci la firma, in modo da lasciare ai posteri, anche il passaggio 2020. «Quest'anno – aggiunge Cristina Sedda – si sarebbe dovuta saltare la tradizione. Ma mentre io parlavo al vento hanno pensato bene di riempirmi l'uscio di casa». Il riferimento era agli appelli, continui, che il sindaco ha fatto ai suoi concittadini per restare a casa. Con comunicati, messaggi e post sul proprio profilo, Cristina Sedda ha invitato gli ovoddesi a rispettare le prescrizioni. Il post è stato condiviso e commentato da centinaia di persone, assai divertite dalla vicenda. A partire dall'assessore Alessandra “Breme” Lai che, rispondendo al post ha ironizzato: “a me è piaciuto troppo; mentre tu scrivevi di non uscire, qualcuno era fuori da casa tua e metteva la paglia. Se scopro gli autori mi complimento con loro”. E tra gli auguri collettivi, la speranza che l’autore del gesto fosse “uno solo e munito dei dispositivi di protezione”, il monito che il rito “porta bene”, qualcuno ha ricordato, come il gesto sia stato “un sorriso in un momento di tristezza”. Dopo aver ripulito, l’ingresso domestico, Cristina Sedda, tra il sorriso e il rimprovero, ha comunque ammonito i suoi paesani ricordando che “le prescrizioni sono sempre in vigore e quindi bisogna stare a casa”. Imposizioni che gli ovoddesi hanno sempre rispettato con precisione. Tranne qualcuno che, pur di salvare una antica tradizione, è simpaticamente evaso, con un cesto di paglia sulle spalle.

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