La Nuova Sardegna

Nuoro

I balneari di Bosa marina «Condannati al limbo»

di Alessandro Farina
I balneari di Bosa marina «Condannati al limbo»

Il rappresentante di categoria, Laurenza: «Ci dicano se possiamo riattivarci» «Paghiamo il canone ma non possiamo neanche entrare nei nostri locali»

17 aprile 2020
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BOSA. «Un giorno una montagna di promesse, ventiquattro ore dopo tutto cancellato. Anche noi viviamo nell’incertezza più assoluta malgrado la stagione estiva sia ormai alle porte». Antonello Laurenza, imprenditore con attività di bar ristorazione sulla spiaggia di Bosa Marina, è punto di riferimento locale del Sib, il Sindacato italiano balneari. Come tanti cittadini si chiedono, ancora in piena emergenza nazionale per il Coronavirus ed estreme norme di distanziamento sociale, quando e come sarà la famosa “fase 2” anche per gli imprenditori i dubbi sono a mille. Con la differenza, in tema di servizi a due passi dalla spiaggia, che le attività devono in qualche modo prepararsi e quindi programmare la stagione.

«È un problema molto sentito dalla categoria. La Sardegna per varie ragioni sappiamo offre non poche potenzialità e addirittura potrebbe essere un modello. Ma per ora restano ancora tanti se e tanti ma» spiega Laurenza. Il nodo resta sempre quello di garantire la massima sicurezza possibile: al personale delle strutture, sul lido di Bosa Marina sono 22 ad offrire vari servizi; come ai potenziali clienti, che certamente chiederanno massima tutela sanitaria, se e quando sarà possibile uscire di casa. «Si sentano gli esperti, ma si decida. Così, in questo limbo, non si può restare» la riflessione di Antonello Laurenza Che, come gli altri colleghi della città del Temo che operano a Bosa Marina o nel litorale, non può però avviare neanche la necessaria manutenzione ordinaria dopo lo stop stagionale. «Le regioni hanno deciso in ordine sparso: in alcune, ad esempio Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Puglia, gli operatori sono già al lavoro. Da noi non si può. Non possiamo neanche entrarci, nei nostri locali. Paradossalmente, paghiamo il canone a Regioni e Comuni, dilazioni a parte, ma attendendo ancora possibili soluzioni operative per l’estate» spiega.

«Tra l’altro sicuramente noi balneari dovremo, in tutti i casi, tenere conto di una serie di precise disposizioni. Mi chiedo però cosa succederà nella spiaggia libera» un altro problema. La chiusura per Pasqua e Pasquetta, quando molte attività in passato riaprivano battenti, è alle spalle. «Dobbiamo però poter guardare avanti – conclude Laurenza – anche se non vedo per ora grandi prospettive. Capisco le eccezionali difficoltà, ma la situazione è davvero molto preoccupante».

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