La Nuova Sardegna

Nuoro

Tanca Manna, arriva uno stop

di Francesco Pirisi

La Soprintendenza vuole approfondire il progetto. L’assessore Dettori: «Chiederemo spiegazioni»

30 aprile 2020
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NUORO. L’intervento di valorizzazione del parco comunale di Tanca Manna si deve fermare. La Soprintendenza di Sassari ha bisogno di approfondire il progetto, nonostante un’autorizzazione già concessa al Comune. L’assessore Giovanni Dettori: «Sì, questa è la situazione, come mi ha spiegato la dirigente del settore lavori pubblici. Pare che alla base della decisione ci sia il cambio alla guida della Soprintendenza. La cosa non ci quadra e chiederemo spiegazioni».

L’intervento è una delle opere del piano delle periferie, finanziato da governo e Regione, con 29 milioni di euro. Nel caso specifico, l’obiettivo è mettere in collegamento il parco naturale di Tanca Manna con il quartiere del Nuraghe, così da rafforzare il legame urbano e sociale tra la città e la comunità per lo più ospitata nei palazzi popolari. Idea concretizzata dal 2001, con il progetto-concorso Bi.Su. (sigla dell’espressione in sardo “Sa bia surcada”) voluto dall’amministrazione di centrosinistra del sindaco Alessandro Bianchi.

La migliore idea è stata giudicata quella della Rtp (raggruppamento temporaneo di professionisti), con a capo l’architetto Virgilio Colomo, che ha poi avuto l’incarico di preparare il progetto. Il costo è di due milioni, uno di competenza privata e l’altro dal fondo complessivo messo insieme da governo e Regione. Oggi però la Soprintendenza sembra decisa a chiedere tempo, per valutare ancora una volta l’intervento. L’assessore Dettori: «Una cosa che non si era mai vista. C’è il rischio di allungare i tempi della progettazione e quindi della realizzazione dell’opera. Ma non è tutto. Se la questione non si dovesse sbloccare in fretta, non è da scartare la possibilità di essere costretti a pagare delle penali, considerato che chi si è aggiudicato il progetto ha creduto di poter lavorare senza intoppi e limiti autorizzativi».

Proprio Dettori comunque garantisce che tra il Comune e la Soprintendenza sarà avviata un’interlocuzione, per venire capo di eventuali punti controversi nell’iter di autorizzazione. Il sito, con il nuraghe e le capanne, è uno degli elementi di punta dei programmi dell’amministrazione civica per il rilancio, anche economico, della città. Lo conferma anche l’altra iniziativa di valorizzazione dell’area, che viaggia in maniera contestuale. Quella gestita dall’archeologo Demis Murgia, a capo della cooperativa che ha avuto in concessione per 10 anni il sito. La società ha avviato la realizzazione di un centro di accoglienza per i visitatori, dotato di un punto ristoro e un negozio. Altra cosa, la riproduzione, a fianco dell’area archeologica, di una porzione delle capanne, a supporto dell’opera didattica e di informazione sul monumento, che costituisce l’attività centrale del gruppo guidato da Murgia. Proprio per consentire l’intervento, l’inverno scorso il Consiglio comunale ha approvato la variante al piano urbanistico, considerato che quella di Tanca Manna è un’area a riserva integrale. Variante resa possibile per il fatto che si tratta di un progetto d’interesse pubblico. Tanto che anche le risorse economiche (150mila) sono state per una parte stanziate dalla Regione, nel bando CultureLab, nel quale il Comune ha presentato il progetto dell’archeologo-concessionario.

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