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canti popolari e politica 

I cori chiedono spazi per ricominciare con le prove settimanali

I cori chiedono spazi per ricominciare con le prove settimanali

NUORO. La situazione dei cori sardi approda in consiglio regionale. I consiglieri del Partito democratico e di Leu, primo firmatario Roberto Deriu, sollecitano la Regione affinché disponga con...

03 maggio 2020
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NUORO. La situazione dei cori sardi approda in consiglio regionale. I consiglieri del Partito democratico e di Leu, primo firmatario Roberto Deriu, sollecitano la Regione affinché disponga con urgenza la ripartenza della coralità sarda nelle attività svolgibili nel rispetto delle disposizioni di prevenzione e contenimento della diffusione epidemiologica da coronavirus. «I cori rappresentano un eccezionale patrimonio culturale per l’isola, oltreché una preziosa occasione di incontro, crescita individuale, e condivisione di una passione che coinvolge e anima la Sardegna in tutte le sue stagioni – hanno affermato i consiglieri –. Per questi motivi risulta indispensabile prevedere la loro ripartenza attraverso un finanziamento ai Comuni, così da permettere di individuare delle strutture adatte a svolgere le attività dei cori in assoluta sicurezza». La questione approda nel palazzo regionale a seguito di alcune segnalazioni fatte nei giorni scorsi da alcuni esponenti di associazioni di tradizioni popolari cittadine e dopo la proposta formulata dal maestro Alessandro Catte. «La coralità sarda deve ripartire – ha affermato il direttore dei cori Ortobene e Ilune –. La mia proposta è quella di chiedere a chi di dovere che i cori possano riprendere almeno con le prove da farsi in un locale dotato dei necessari metri quadri da permettere il distanziamento sociale tra coristi. Cantare separati non è un problema. Quindi per esempio se un coro ha 30 coristi, e ogni corista necessità di 4 metri quadri di spazio per la sua sicurezza, il coro deve provare in un locale di 120 metri quadri. Chi non disponesse di un locale simile, potrà ripartire con prove di settore, ovvero piccoli gruppi. Si può pensare a due giorni di prove settimanali: per esempio, il martedì dalle 19 alle 20 le donne (massimo 16 persone) e dalle 20 alle 21 gli uomini (gli altri sedici), e il venerdì prove generali con sole 16 persone (4 per settore che ruoteranno di settimana in settimana). Il mio è un invito alla ripartenza ma in totale sicurezza. Fermo restando che stiamo andando incontro alla bella stagione per cui qualche prova si può fare anche all’aperto. Il Covid-19 non sta mettendo a dura prova solo la nostra salute e la nostra situazione economica ma anche il nostro vivere quotidiano. Non priviamoci anche del coro. Troviamo una soluzione». (a.m.)

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