La Nuova Sardegna

Nuoro

La riapertura non ferma il flash mob

di Alessandra Porcu
La riapertura non ferma il flash mob

Macomer, oggi la protesta di estetisti e parrucchieri nonostante il riavvio dell’11

05 maggio 2020
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MACOMER. La protesta pacifica non si è fermata, nonostante la prevista riapertura dei saloni di parruccheria e estetica. Quindi alle 11.20 di oggi, parrucchieri e le estetiste dell'isola solleveranno le saracinesche dei loro saloni. Accenderanno le luci e vestiti di nero, con addosso un fiocco verde, scandiranno all'unisono: "La nostra dignità non nuoce gravemente alla tua salute". Questo lo slogan scelto per chiedere la riapertura immediata delle loro attività commerciali. Costretti alla chiusura da circa due mesi, sono allo stremo. Loredana Lugas è la titolare della parruccheria “Ellem” di Macomer. «Terminate le scuole medie, dall''84 all''88, ho lavorato come apprendista nello storico salone per uomo di “Le Figarò” gestito dal macomerese Mario Muroni. Un gran maestro», ammette. Quindi, Loredana muove i primi passi da sola. «A quell'epoca erano le mamme a tagliare i capelli ai loro figli. Così, un po' per gioco, provavo a improvvisarmi parrucchiera facendo le prove sui miei coetanei». Nel '95 arriva l'assunzione in una parruccheria per donna. «Ho lavorato da Graziella Cocco per 11 anni – spiega Loredana Lugas – e ancora le sono grata. Se non avessi avuto quella grande opportunità forse, nel 2007, non avrei trovato il coraggio per mettermi in proprio». Mamma di due figli, alle prese con corsi di aggiornamento e organizzazione del lavoro, Loredana ha alle spalle anni pesanti, difficili. «Sono fiera di me stessa ecco perché l'idea che le restrizioni antiCovid possano vanificare i sacrifici fatti, mi sconvolge». Anche Pietro Angioni, titolare di H.A.M Parrucchieri Unisex a Borore, si dice preoccupato per il futuro. «Ho aperto il salone nel 2015. Ci ho investito tutti i miei risparmi. È stato faticoso». Pietro prima faceva l'operaio. «Il pomeriggio dalle 14 alle 22 stavo in fabbrica – racconta, "la mattina seguivo un corso di formazione per parrucchieri, a pagamento. Così per quattro anni. A un certo punto l'azienda ha fallito e io ho continuato a inseguire il mio sogno nel cassetto. Con la qualifica in tasca, rischiando il tutto per tutto, ho messo in piedi la mia attività. Ora, dopo settimane di stop forzato, chiedo solo di poter ripartire». Pietro e Loredana sono in ginocchio, come altre migliaia di loro colleghi. «Non abbiamo più liquidità. Il messaggio alla Regione è chiaro e martedì 5 maggio lo ribadiranno forte. Per farlo chiedono il sostegno dei cittadini. Chiunque, con indosso qualcosa di verde, potrà unirsi a loro per gridare: “La nostra dignità non nuoce gravemente alla tua salute”.

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