La Nuova Sardegna

Nuoro

MyMamoiada fa turismo in rete

Luciano Piras
MyMamoiada fa turismo in rete

Musei, associazioni, aziende e artigiani pronti a ripartire per attirare nuovi target di viaggiatori

11 maggio 2020
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MAMOIADA. «MyMamoiada vuole essere un punto dal quale partire per “costruire” una nuova visione del turismo. Il nostro progetto parte dal basso, racconta di un territorio unico e suggestivo, dove la gente che lo abita, le loro storie, i loro prodotti identitari diventano la vera destinazione da scoprire». Mario Paffi, presidente della società cooperativa Viseras, presenta così la nuova sfida culturale del paese delle maschere. Pronto a ripartire dopo la chiusura forzata per trovare nuove strade da percorrere. «Da un periodo di forte difficoltà si dovrebbero vedere comunque nuove opportunità, per questo è necessaria una riflessione profonda sui tanti cambiamenti che ci aspettano, migliorando e adattando i nostri servizi per essere pronti per il futuro, qualsiasi esso sia» sottolinea ancora Paffi.

La quarantena, perciò, non ha fermato i progetti già messi in cantiere. Tant’è vero che se anche è saltato a marzo scorso l’appuntamento con la Fiera internazionale del turismo di Berlino (dove Viseras avrebbe messo in vetrina tutte le eccellenze enogastronomiche e artigianali di Mamoiada), MyMamoiada è andato avanti comunque. «È un progetto – spiega Mario Paffi – che vuole essere il racconto comunitario di Mamoiada, del suo straordinario patrimonio materiale e immateriale, peraltro già valorizzato egregiamente dall’associazione turistica Pro loco, dall’associazione culturale Atzeni, e dai tanti produttori della filiera agro alimentare e artigianale. Un progetto che nasce un anno fa e che si è sviluppato anche grazie alla collaborazione di Nicole Raukamp, project manager professionista che ha curato la parte grafica e i contatti con i blogger, giornalisti e tour operator tedeschi. Purtroppo la Fiera internazionale di Berlino è stata annullata ma il progetto della società cooperativa Viseras è continuato con il coinvolgimento di tutte le attività turistico-culturali di Mamoiada per riempire di contenuti la pagina web e il sito internet dedicato». Già lo scorso gennaio, in occasione della festa di Sant’Antonio abate, è stato organizzato un viaggio di quattro giorni a Mamoiada per giornalisti e blogger tedeschi.

«Attualmente il turismo sta cambiando – ribadisce Rita Mele, socia della cooperativa Viseras –. Questo periodo di emergenza sanitaria sta generando un cambiamento antropologico epocale, ma che al tempo stesso apre nuove possibilità legate a concetti di sostenibilità, di accoglienza, di benessere, di qualità della vita». «Quello che è emerso dall’approfondimento e dal confronto con esperti del settore – va avanti Mele – è che per la stagione 2020 si dovrebbe puntare solo su un turismo di prossimità». Mamoiada potrebbe avere tutte le carte in regola per rispondere a questo nuovo scenario turistico. Il centro barbaricino ha dimostrato in più di un’occasione di essere una meta ambita anche dal turista sardo, sempre alla ricerca di tradizioni autentiche e prodotti di qualità.

Il progetto MyMamoiada vuole creare questo: un sistema in cui le persone, attraverso la partecipazione attiva, raccontano di sé, della loro storia, della loro identità singola e della comunità che le ha generate e a cui appartengono; un sistema territoriale capace di generare valore dal punto di vista culturale, dal punto di vista sociale e anche dal punto di vista economico. Due sono gli obiettivi principali del progetto MyMamoiada: fare di Mamoiada una scelta sempre più ambita e privilegiata dai turisti e viaggiatori; implementare la rete di collaborazione locale in modo da consolidare il brand territoriale da un punto di vista turistico. «L’obiettivo che si vuole raggiungere – chiudono Paffi e Mele – è far diventare il piccolo centro barbaricino una destinazione turistica, una località scelta dal visitatore come meta del proprio viaggio, cercando di intercettare nuovi target e di creare nuove stagioni».

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