Imprese artigiane il futuro è incerto
di Sandro Biccai
Macomer, il grido d’allarme lanciato dalla Confartigianato Pireddu: «Sono necessari aiuti per incentivare la ripresa»
16 maggio 2020
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MACOMER. Anche a Macomer e nel Marghine il comparto artigianale, costituito per lo più da imprese medio piccole, è senza dubbio uno di quelli che patisce maggiormente la prolungata chiusura delle attività economiche. A testimoniare il momento difficile vissuto dalle imprese artigiane è Giuseppe Pireddu, presidente di Confartigianato Nuoro-Ogliastra.
«Il settore che rappresentiamo vive una situazione drammatica, catapultato all’interno di una realtà stravolta dalla grave emergenza sanitaria. Come in un effetto domino, tante imprese del territorio stanno cadendo, una dopo l’altra, in un presente privo di incassi ma oberato da impegni debitori necessari a proseguire le attività. E l’immediato futuro è pieno di incertezze».
Gli artigiani rivendicano interventi concreti ed immediati dalla Regione Sardegna, che viene accusata di immobilismo, ed esprimono apprezzamento per i provvedimenti adottati dal Comune di Macomer.
«Riconosciamo agli amministratori macomeresi di essere intervenuti in modo deciso, forte, immediato e coraggioso, per rafforzare un tessuto produttivo fortemente debilitato dalla lunga serrata di tre mesi a causa dell’emergenza sanitaria. Anche nel territorio del Marghine – aggiunge il presidente di Confartigianato – la ripresa deve cominciare da chi ogni giorno alza la serranda della propria attività; le realtà imprenditoriali vanno salvaguardate, incentivate e fatte crescere, insieme al loro patrimonio di conoscenze e di capitale umano».
Secondo il convincimento di Giuseppe Pireddu, l’esempio di Macomer dovrebbe essere seguito anche dalle altre amministrazioni civiche della zona, e non solo.
«Abbiamo visto che già alcune amministrazioni sono intervenute con provvedimenti simili, per questo chiediamo anche alle altre un analogo atto di coraggio per far rinascere le aziende e dare impulso a tutta l’economia. È necessario restituire fiducia ai nostri imprenditori, con scelte inedite e coraggiose che creino le condizioni perché possano ripartire. Senza sostegni e interventi adeguati – conclude il presidente Pireddu – si rischia che dopo uno stop così prolungato molte imprese non siano in grado di riaprire».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Il settore che rappresentiamo vive una situazione drammatica, catapultato all’interno di una realtà stravolta dalla grave emergenza sanitaria. Come in un effetto domino, tante imprese del territorio stanno cadendo, una dopo l’altra, in un presente privo di incassi ma oberato da impegni debitori necessari a proseguire le attività. E l’immediato futuro è pieno di incertezze».
Gli artigiani rivendicano interventi concreti ed immediati dalla Regione Sardegna, che viene accusata di immobilismo, ed esprimono apprezzamento per i provvedimenti adottati dal Comune di Macomer.
«Riconosciamo agli amministratori macomeresi di essere intervenuti in modo deciso, forte, immediato e coraggioso, per rafforzare un tessuto produttivo fortemente debilitato dalla lunga serrata di tre mesi a causa dell’emergenza sanitaria. Anche nel territorio del Marghine – aggiunge il presidente di Confartigianato – la ripresa deve cominciare da chi ogni giorno alza la serranda della propria attività; le realtà imprenditoriali vanno salvaguardate, incentivate e fatte crescere, insieme al loro patrimonio di conoscenze e di capitale umano».
Secondo il convincimento di Giuseppe Pireddu, l’esempio di Macomer dovrebbe essere seguito anche dalle altre amministrazioni civiche della zona, e non solo.
«Abbiamo visto che già alcune amministrazioni sono intervenute con provvedimenti simili, per questo chiediamo anche alle altre un analogo atto di coraggio per far rinascere le aziende e dare impulso a tutta l’economia. È necessario restituire fiducia ai nostri imprenditori, con scelte inedite e coraggiose che creino le condizioni perché possano ripartire. Senza sostegni e interventi adeguati – conclude il presidente Pireddu – si rischia che dopo uno stop così prolungato molte imprese non siano in grado di riaprire».
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