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Nuoro

Palio di Siena annullato, delusione dei fantini sardi

di Sandro Biccai
Palio di Siena annullato, delusione dei fantini sardi

Macomer, Carlo Sanna con la vittoria del 2017 conta 12 corse in Piazza del Campo «La città aspetta la manifestazione tutto l’anno; ferita difficile da rimarginare»

17 maggio 2020
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MACOMER. L’annullamento del Palio di Siena, ufficializzato tre giorni fa, rappresenta solo la punta dell’iceberg dietro la quale si nasconde tutto un mondo fatto di corse, cavalli, fantini, artieri, che nel 2020 corre il serio rischio di non partire neppure, o di andare avanti a scartamento ridotto. I fantini sardi, da anni protagonisti assoluti dei pali che si disputano in diverse regioni italiane, ne sono perfettamente consapevoli. Il sindiese Carlo Sanna, dopo la vittoria nel palio dell’Assunta del 2017 e dodici partecipazioni consecutive in Piazza del Campo, è uno dei punti di riferimento tra i fantini isolani che hanno fatto fortuna oltre Tirreno: «La città di Siena e i senesi aspettano il palio tutto l’anno, non disputarlo è una ferita difficile da rimarginare. Occorre tenere conto della tradizione, della storia, della fede, ma non va trascurato neanche l’impatto negativo sull’economia locale derivante dal mancato arrivo in città di migliaia di turisti ed appassionati. È per questo che più avanti, come ha detto il sindaco, si valuterà se esistono le condizioni per un palio straordinario, magari ad ottobre. Sarebbe bello perché significherebbe che l’emergenza sanitaria è finita». Carlo Sanna, proprietario di cavalli e preparatore, non trascura altri aspetti: «Il nostro mondo è fermo dalla prima decade di marzo, gestire scuderie e cavalli non è semplice e ha costi non trascurabili; se non si riprende, diversi operatori del settore rischiano di perdere il lavoro. Speriamo si possa ripartire quanto prima almeno negli ippodromi, stiamo aspettando una decisione da un giorno all’altro. Si dovrebbe correre senza pubblico, forse anche nelle zone dove la pandemia si è manifestata in maniera più virulenta».

Non nasconde le sue preoccupazioni neppure Giosuè Carboni, 39 anni, di Bortigali, dal 2003 a Siena dove si è cimentato per sei volte alla partenza tra i canapi di Piazza del Campo: «Siena vive per il palio tutto l’anno e l’esistenza dell’intera città ruota attorno alle contrade dove ci si riunisce quotidianamente in quella che è una sorta di comunità allargata. Questo, da più di due mesi, non è più possibile e nuoce a tutti. La stagione era appena iniziata con il palio di Buti, la pandemia ha fatto annullare tutti gli appuntamenti successivi. Credo difficile che per il 2020 si possa riprendere l’attività anche se un filo di speranza rimane sempre. Quello che è certo è che dobbiamo continuare ad allenare i nostri cavalli e curarli al meglio in vista della ripresa. Cosa non semplice perché le spese sono elevate e senza un ritorno diventa complicato». Marco Bitti, giovanissimo fantino di Oliena in attività dal 2013, è sulla stessa lunghezza d’onda dei colleghi.

«La decisione di annullare il Palio di Siena avrà delle ripercussioni sull’intera stagione e, quasi sicuramente, porterà a provvedimenti analoghi anche per gli altri pali. È un peccato perché sono manifestazioni storiche, molto sentite dalla gente e molto partecipate. Ma le condizioni di sicurezza e di tutela della salute di tutti hanno la priorità. E, d’altro canto, correre senza la presenza di pubblico non avrebbe alcun senso: i pali sono fatti per divertire la gente. Non resta che continuare ad allenarsi e tenersi in forma in vista di un ritorno alla normalità. Se dovesse avvenire già nel corso del 2020 tanto di guadagnato».

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