La Nuova Sardegna

Nuoro

Anziano deceduto, prosciolto il nipote

Anziano deceduto, prosciolto il nipote

Tanaunella, non fu il giovane a uccidere il 73enne: morte dovuta cause naturali

20 maggio 2020
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NUORO. «La ferita lacero contusa appare ben compatibile con una caduta a terra dell’anziano cardiopatico, tanto più se in stato d’incoscienza e dunque incapace d’atteggiare ad istintiva difesa gli arti». Così concludeva la perizia medico legale dell’anatomopatologo Vindice Mingioni, che di fatto ha decretato la fine di un incubo per Gianfranco Setzu. La posizione del giovane di Tanaunella, accusato dell’omicidio dello zio 73enne, Andrea Ventroni, deceduto, invece, per cause naturali, è stata archiviata. A seguito della perizia medico legale, infatti, il giudice per le indagini preliminari Claudio Cozzella aveva restituito gli atti al pm Giorgio Bocciarelli, perché valutasse la possibilità di chiedere l’archiviazione del procedimento a carico di Setzu. E così è stato. Il giovane era accusato di omicidio volontario per la morte dello zio che il 24 marzo del 2017 era stato trasportato all’ospedale di Olbia con vari traumi, riconducibili a una rovinosa caduta domestica. Per gli inquirenti, però, non tutto era chiaro e per questo a distanza di tempo avevano deciso di approfondire l’indagine. Nel fascicolo per omicidio volontario, inizialmente a carico di ignoti, era stato iscritto il nome del nipote. Gianfranco Setzu, assistito dall’avvocato Gianluca Sannio, è figlio di Sebastiana Ventroni, sorella della vittima, che si era fatta tutelare, come parte offesa, dall’avvocato Domenica Porcu.

Le indagini A far riaprire il caso il pm Bocciarelli che mettendo assieme una serie di elementi raccolti dai carabinieri di Budoni aveva deciso di andare a fondo per capire se si fosse trattato di un banale incidente domestico o di un gesto criminoso. I carabinieri del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Cagliari erano stati chiamati a svolgere analisi sui campioni di sangue repertati all’interno dell’abitazione di via Ulisse a Tanaunella, e sui quali il pubblico ministero aveva disposto accertamenti irripetibili. Ebbene, su trentatré tracce biologiche trovate all’interno della casa, solo due erano risultate utilizzabili, ma una volta analizzate erano risultate non compatibili con il Dna del morto. La difesa aveva nominato come perito di parte Stefano Gessa che si era occupato di analizzare le tracce biologiche trovate sul pavimento della casa del pensionato, ed Elena Mazzeo che aveva assistito alla riesumazione del cadavere e al successivo esame autoptico che ha tolto ogni dubbio sulle cause della morte del pensionato. (k.s.)

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