La Nuova Sardegna

Nuoro

La crisi dei “viagiantes” raggiunge cento artigiani

di Giovanni Melis
La crisi dei “viagiantes” raggiunge cento artigiani

Preoccupazioni tra i produttori di torroni e dolci di Desulo, Tonara, Aritzo e Belvì Il settore ha dimensioni da filiera, lo stop alle fiere travolge anche l’indotto

20 maggio 2020
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DESULO. La fase 3 non basta ai venditori ambulanti e agli espositori delle varie fiere. Perché gli storici viagiantes hanno sempre uno spazio per vendere le loro mercanzie in mezzo alla gente. E con le attuali limitazioni per gli assembramenti, la loro stagione è ormai compromessa. È, un grido quello degli ambulanti del comprensorio medio barbaricino che conta un oltre un centinaio di venditori di torroni, dolciumi e artigianato sardo, tra i centri di Aritzo, Desulo, Tonara, oltre Belvì e Gadoni. Un settore che segue una politica di filiera, visto che i torroni vengono prodotti nei laboratori locali, alcuni dei quali hanno anche una dimensione di stabilimento. Ben tre, con oltre venti dipendenti ciascuno sono a Tonara, dove insistono anche dei piccoli produttori, che gestiscono dei laboratori a conduzione famigliare. Due i torronifici ad Aritzo, tre a Desulo, due le famiglie che producono campanacci a Tonara, una decina gli artigiani che intagliano il legno e forniscono gli ambulanti. A loro si aggiungono i carapigneris, gli storici fabbricanti de sa carapigna, il sorbetto aritzese conosciuto in tutta l’isola. Un mercato che coinvolge numerose persone e non solo nei cinque paesi interessati e che, per questo, ha un discreto giro di affari, con risorse che vengono poi investite nel territorio. La crisi degli ambulanti inguaia anche i produttori di noci e nocciole e castagne, che quest’anno hanno visto ridimensionati i loro guadagni. Gli ambulanti non possono partecipare a feste, sagre ed altre ricorrenze. E non sanno come andrà per loro la stagione. «Siamo in un limbo - dice Bastiano Peddio, castagneri di Desulo -, dal quale non sappiamo quando usciremo. Aspettiamo una riapertura. Ma ora come ora, potrebbe voler dire ricorrenze senza gente, condannandoci a restare chiusi per chissà quando». Intanto qualcosa si muove dalla Regione. Con una mozione, di cui è primo firmatario il consigliere regionale di Orune Giuseppe Talanas, sottoscritta dai colleghi di Forza Italia Angelo Cocciu e Emanuele Cera, Daniele Cocco di Leu, Elena Fancello del Gruppo misto, Nanni Lancioni del Psd'Az, e Giovanni Antonio Satta dei Riformatori, si è impegnato il Consiglio regionale e l'assessore al Turismo a reperire fondi per aiutare il comparto in crisi. Altra novità riguarda la richiesta di riconoscimento degli ambulanti tradizionali, come professione identitaria, che darebbe una patente storico- culturale ai viagiantes, già immortalati nelle poesie di Peppinu Mereu, Montanaru e Bachis Sulis.

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