La Nuova Sardegna

Nuoro

“Le Cupole” mette in sicurezza 150 coperti

di Alessandra Porcu
“Le Cupole” mette in sicurezza 150 coperti

Borore, i titolari del ristorante non si piangono addosso: «Ma le istituzioni non ci abbandonino»

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BORORE. «Ripartire oggi, a queste condizioni, ci porterebbe al fallimento. Le linee guida dell’Inail sono confuse, i controlli della guardia di finanza serrati e i costi per sanificare e ingienizzare la nostra struttura troppo alti. Perciò il ristorante-pizzeria Le Cupole di Borore continuerà a restare chiuso, almeno per i prossimi dieci giorni».

Nelle parole della titolare Daniela Bosso è racchiuso il senso di timore e smarrimento che, dall’inizio della pandemia, accompagna lei come tanti altri gestori. «Il lockdown di 70 giorni ci ha messo in ginocchio – racconta –, abbiamo dato fondo a tutti i risparmi e ora ci troviamo in seria difficoltà economica. I soldi della cassa integrazione non sono arrivati e stiamo cercando di capire come metterci in regola e acquistare i dispositivi necessari per poter riaccogliere, dal 1° giugno, i clienti in totale sicurezza. È chiaro – precisa Daniela Bosso – che avremmo voluto riprendere a lavorare dal 18 maggio ma non ne abbiamo avuto la possibilità. Confidiamo nel sostegno dello Stato, spero di poter accedere al finanziamento a tasso agevolato di 25 mila euro, e nelle parole del sindaco di Borore Bastiana Carboni che, solo pochi giorni fa, ha promesso interventi di sostegno per le partite Iva. Avere uno sgravio sulla tassa dei rifiuti e un contributo in denaro sarebbe davvero una boccata d’ossigeno». A preoccupare meno, invece, è la gestione degli spazi. «Il nostro è un locale molto ampio. 150 i coperti, tra sala interna e veranda – spiega la titolare delle Cupole –, distanziando maggiormente i tavoli, potremmo comunque mantenere gli stessi numeri. Il problema – dice –, sarà riempirlo. La gente ha ancora timore del contagio e poi deve fare i conti con la ristrettezza finanziaria. Sono tante, troppe le persone che hanno perso il posto. Attraversiamo un tempo difficile e, d’ora in avanti, andare a cena fuori sarà un lusso che non tutti potranno permettersi».

Nel giro di pochi mesi Daniela Bosso ha visto fioccare decine e decine di disdette. Annullati pranzi per battesimi, prime comunioni e cresime. «Tra maggio e settembre ci sarebbero dovuti essere numerosi matrimoni. Tutto slittato, a data da destinarsi», racconta amareggiata. Nonostante il futuro rimanga un’incognita, Daniela Bosso non si ferma. «A breve assumeremo un cuoco, un pizzaiolo e un altro cameriere. È l’unico modo per rimetterci in pista e tornare a essere quello che eravamo. Sarebbe più facile piangerci addosso. Non lo faremo. Ma le istituzioni non ci abbandonino».

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