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Coronavirus, Nuoro: Rosas si rimette in gioco dopo cento anni di storia

Stefania Vatieri
Coronavirus, Nuoro: Rosas si rimette in gioco dopo cento anni di storia

La gioielleria annulla la festa per il secolo di attività e Magie d’Inverno. «Ora dobbiamo pensare soltanto a dare la massima garanzia ai nostri clienti»

22 maggio 2020
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NUORO. Ripensare i propri modelli commerciali, guardare oltre con il peso della responsabilità e puntare alla conquista di nuovi mercati. Dopo due mesi e mezzo di lockdown Fabio Rosas, titolare della storica gioielleria Rosas 1945, si prepara alla grande ripartenza con le incognite e le preoccupazioni di chi ha la responsabilità della salute dei propri dipendenti ma con l’ottimismo e la voglia di fare che lo contraddistinguono. «Sono stati giorni durissimi, dove abbiamo rimesso in moto la macchina organizzativa e fatto il possibile per accogliere i nostri clienti al massimo della sicurezza – racconta Fabio Rosas –. Oltre a tutti i presidi sanitari necessari abbiamo deciso di allestire dei pannelli trasparenti in plexiglass per poter dialogare con i clienti in tutta tranquillità, garantendo la massima sicurezza». Una ripartenza fatta di buoni propositi, coraggio ma anche tanta amarezza e preoccupazione: l’imprenditore nuorese annuncia l’annullamento della biennale del lusso Magie d’Inverno e dei numerosi eventi in programma per celebrare i cent’anni di attività della storica gioielleria di via Lamarmora. «Devo prendere delle decisioni – continua Rosas –. Quest’anno per noi doveva essere un periodo di grandi eventi e festeggiamenti, progetti che se fino a ieri avevano una forma oggi devo capire cosa poterne fare e cosa bloccare. L’incertezza sul futuro, le scarse azioni della politica locale e nazionale a favore delle imprese non ci lasciano liberi di fare il famoso passo avanti».

«Dobbiamo procedere con cautela e controllare gli arrivi in Sardegna con grande cura perché non possiamo permetterci di ripiombare nella situazione in cui eravamo qualche giorno fa – ammette con voce pacata –, non possiamo permettercelo sia dal punto di vista economico ma sopratutto sanitario». Un appello lo rivolge ai proprietari dei locali: «È tempo che i locatori pretendano meno a favore di una imprenditoria giovanile che vivacizzi la città – prosegue il gioielliere –. Il post quarantena ha lasciato dietro di se uno strascico di serrande chiuse che ora devono assolutamente essere riavere». Un arresto necessario, se pur impensabile, per la vorticosa giostra del lusso che corre ai ripari puntando sui social e sull’e-commerce: «Gli stiamo dando molta importanza – rimarca Rosas –, una delle nostre strategie sarà rinforzare tutti canali di comunicazione online, cercando di andare incontro a un cambio di approccio del cliente finale sui canali di vendita». Ma, ammette, «quello che soffrirà di più sarà il consumatore che avrà timore ad entrare nei negozi. Noi cercheremo di supportarlo con tutte le informazioni e rassicurazioni del caso. L’e-commerce per noi è un canale di informazione, trattando prodotti celebrativi, dove gioca molto l’emozione come recarci dal gioielliere e scegliere il diamante. Questo è un aspetto a cui si terrà sempre molto».

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