La Nuova Sardegna

Nuoro

Coronavirus e turismo, 200 imprese: «Basta con gli annunci»

Lamberto Cugudda
Coronavirus e turismo, 200 imprese: «Basta con gli annunci»

Da Tortolì le aziende del settore si rivolgono alla Regione: «Troppa confusione, servono risposte certe e definite»

23 maggio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





TORTOLÌ. «Niente passaporto sanitario e pianificazione, d’intesa con l’assessorato regionale alla Sanità e alle Assl con i loro presidi in tutta l’isola, del servizio di eventuale presa in carico e assistenza sanitaria per i turisti che malauguratamente dovessero palesare sintomi da Coronavirus». Le due nuove “esigenze”, indirizzate al presidente della Regione, Christian Solinas, oltre le altre presentate in due precedenti missive del 18 e 20 aprile, che non hanno avuto riscontro dallo stesso capo dell’esecutivo isolano, sono delle oltre 200 imprese del comparto turistico costituitesi in movimento autonomo. «Nessun riscontro e nessun contatto – afferma Rocco Meloni, primo firmatario di tutti i documenti delle oltre 200 aziende sarde – ci è pervenuto dal suo gabinetto, fatta eccezione per la disponibilità al confronto rappresentata e dimostrata dagli assessori ai Trasporti e al Turismo, Todde e Chessa» a mezzo di una videoconferenza di confronto» con i loro rappresentanti». «Abbiamo seguito con apprensione – fa rilevare Meloni – il valzer degli annunci, delle correzioni, delle specificazioni e dei ripensamenti che la stampa e le televisioni diffondono come posizione della giunta regionale sarda in materia di programmazione turistica in vista della stagione entrante. Dirci sconcertati è certamente un eufemismo. A poche settimane dalla teorica possibile riapertura delle strutture ricettive non comprendiamo che politica turistica intenda perseguire Lei, onorevole Presidente».

Le oltre 200 aziende chiedono che Solinas «non imponga ai turisti che intendono venire in Sardegna il cosiddetto passaporto sanitario, perché vengono nonostante tutto e soprattutto nonostante i problemi e i costi di trasporto aereo e marittimo; questo passaporto è il modo più sicuro per dissuaderli dal fare le loro vacanze nella nostra isola e seguiamo, invece, l’esempio delle altre Regioni e delle altre nazioni ». Seconda forte richiesta a Solinas «la pianificazione, con l’assessorato alla Sanità e le Assl del servizio di eventuale presa in carico e assistenza sanitaria per gli ospiti che malauguratamente dovessero palesare sintomi di infezione da Coronavirus». E chiedono: «Non si lascerà che il cliente in sospetta infezione rimanga in carico alla struttura ricettiva per un trattamento “domiciliare”? Abbiamo il terrore che questa seconda sia la scelta finale, per impreparazione, sottovalutazione e disorganizzazione del sistema sanitario regionale». Meloni conclude: «In assenza di risposte saremo costretti a scendere con le famiglie e le centinaia di dipendenti che perderanno la già magra possibilità di fare la stagione direttamente a Cagliari. E lì presidiare il consiglio regionale, urlando tutto il nostro dolore e la nostra disperazione per la crisi economica».

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative