La Nuova Sardegna

NUORO. L’ingresso è ammesso solo alle persone munite di guanti e mascherine. Ad annunciarlo un cartello bianco affisso sulla porta al lato della vetrina allestita con libri e statuine di santi. La storica libreria San Paolo, meglio nota le “Paoline”, aperta nel dopo Guerra dalle suore dell’istituto “Figlie di San Paolo”, e passata dal 1979 nelle mani di Michele De Filippi, ha resistito al lockdown imposto per il coronavirus, e dal 18 ha riaperto le serrande. «Avremo potuto riaprire da prima – dice il titolare – ma non aveva senso anche perché c’era poca gente in giro. In questi giorni, invece, abbiamo avuto il piacere di ricevere la visita dei nostri clienti, molti dei quali arrivano dai paesi dell’hinterland, e abbiamo iniziato a riapprezzare, seppur lentamente, il ritorno alla normalità». La libreria che si affaccia su piazza Vittorio Emanuele, punto di riferimento per l’editoria religiosa ma anche di più note case editrici a diffusione nazionale, ha sempre richiamato un pubblico variegato. «I nostri maggiori acquirenti non sono gli intellettuali della città, ma gente semplice che cerca biografie di santi e libri sulla meditazione – racconta Michele De Filippo da dietro la mascherina –. Speriamo di riuscire presto a riconquistare una certa serenità anche se penso non sarà così immediato. L’importante – aggiunge il libraio – è che ci sia stata data la possibilità di riaprire. D’altra parte l’anima di un paese è fatta di scambi, di commercio. Mi auguro che la pandemia ci abbia fatto capire quanto importante sia la relazione e il rapporto con gli altri. Non c’è commercio elettronico che tenga, l’uomo ha bisogno di confrontarsi. E se la tecnologia aiuta – aggiunge convinto – non può certo sostituirci. È l’uomo al centro di tutto e ora, da questa parentesi di rigida chiusura, mi aspetto che ognuno di noi si guardi attorno con maggior rispetto, apprezzando di più le piccole cose».

La libreria le “Paoline” guarda al futuro con fiducia riassaporando a piccoli passi la ripresa. «Ci siamo organizzati per affrontare questa nuova fase – conclude De Filippo – ma non possiamo vivere con la paura che la malattia possa tornare. Confidiamo sul bel tempo e nel rispetto delle regole guardiamo avanti. Vedere le attività chiuse a lungo è stato angosciante». (k.s.)