La Nuova Sardegna

Nuoro

Medici in trincea a Lanusei Rianimazione allo stremo

di Giusy Ferreli
Medici in trincea a Lanusei Rianimazione allo stremo

Cisl Ogliastra e Aaroi Emac Sardegna chiedono il potenziamento dell’organico «Sì al trasferimento temporaneo in comando da altri ospedali di due unità»

23 maggio 2020
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LANUSEI. Oberati di lavoro, sottoposti a turni massacranti per la cronica mancanza di personale i nove specialisti del reparto di Rianimazione e anestesia dell’ospedale di Lanusei sono allo stremo. Alcuni di loro non vanno in ferie da ottobre e l’impegno quotidiano è amplificato dall’emergenza sanitaria. In queste condizioni l’errore è dietro l’angolo, con possibili e devastanti ripercussioni di carattere medico legale. Un’eventualità che i sindacati, la Cisl Ogliastra e l’Aaroi Emac Sardegna (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica), vogliono evitare ad ogni costo. «Chiediamo che si proceda immediatamente al potenziamento dell’organico del reparto, proponendo come soluzione il trasferimento temporaneo in comando da altri ospedali (con retribuzione adeguata e almeno per il periodo estivo) di due unità, per poter garantire il servizio in sicurezza in attesa dell’espletamento del concorso dell’Ats bandito a dicembre 2019» è scritto nella lettera inviata al commissario dell’azienda Giorgio Steri e all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu. Se Ats e Regione non dovessero intervenire rapidamente i sindacati sono pronti a tutto. «Nel caso in cui il personale del reparto dovesse incorrere in qualsiasi tipologia di incidente legato alla mancata fruizione delle ferie e dei riposi – minacciano –, ci troveremmo costretti, nostro malgrado, ad agire nelle sedi opportune per le necessarie tutele». La sopravvivenza del reparto, che rischia la chiusura perchè la mancanza di 5 unità sulle 14 previste in pianta organica impedirebbe a breve di garantire al copertura dei turni, preoccupa il sindaco di Lanusei Davide Burchi. «Se il reparto dovesse chiudere anche per un giorno, a caduta non si potrebbero assicurare neanche le attività nel Pronto soccorso, in Chirurgia e nel Punto nascita. Circostanza che sancirebbe, di fatto, la morte del nostro ospedale. Solo un provvedimento immediato potrebbe sbloccare questa situazione» tuona il primo cittadino Davide Burchi che invoca, in alternativa la cosiddetta “mobilità d’ufficio”. L’Ats, in buona sostanza potrebbe far ricorso al proprio regolamento affinché almeno due specialisti vadano a lavorare nel presidio ospedaliero ogliastrino. Sulla stessa lunghezza d’onda i consiglieri regionali dem ( Corrias, Ganau, Deriu, Comandini, Meloni, Moriconi, Piano e Piscedda) firmatari di un’interrogazione al presidente della Giunta regionale e all’assessore alla Sanità. Il gruppo del Pd sostiene che sia «necessario provvedere con la massima urgenza al potenziamento dell’organico del reparto attraverso gli istituti del trasferimento temporaneo in comando da altri ospedali di almeno due unità, che potrebbero garantire il servizio in sicurezza in attesa dell’espletamento del concorso, o applicando la “mobilità d’ufficio” prevista dal regolamento».

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