La Nuova Sardegna

Nuoro

Leena Galte canta la Ballata di don Franzischinu

Leena Galte canta la Ballata di don Franzischinu

L’artista di Galtellì dà voce all’imprenditore pioniere che portò l’industria nel centro Sardegna

26 maggio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





GALTELLÌ. «Tenace e perfezionista». «Buona melodista». E soprattutto: «Una promessa del canto popolare». È il maestro Marino Maillard che definisce così Leena Galte, all’anagrafe Lina Podda. Chitarrista storico della band franco-svizzera Mapo (gruppo che ha suonato con artisti del calibro di Rod Stewart), Maillard è abituato a guardare oltre l’orizzonte. Con lui c’è Joel Flateau, tastierista parigino, anche lui colonna portante dei Mapo. Entrambi di casa in Sardegna, da una vita, hanno appena composto e arrangiato le musiche della “Ballata di don Franzischinu”, scritta in sardo per Leena Galte dal giornalista Antonio Rojch, con il quale la cantante baroniese ha avviato una collaborazione in alcuni progetti per la riscoperta di eventi e personaggi della storia sarda. «Questa ballata è stata per me una grande emozione – racconta la stessa Leena –, ma anche la scoperta di un personaggio che ha fatto la storia non solo del Centro Sardegna, ma anche della mia Baronia. Un personaggio che ho potuto raccontare grazie alla ricostruzione poetica di Antonio Rojch e alla insostituibile partecipazione del maestro Maillard, a cui devo tanto per la mia formazione». Talento naturale e grande sensibilità interpretativa, Leena Galte stavolta interpreta una canzone interamente dedicata a Francesco Guiso Gallisai, illuminato pioniere dell’industria e dell’imprenditoria nel centro Sardegna il quale migliorò notevolmente la condizione economica di ampie fasce della popolazione che, fino ad allora, vivevano nell’alveo di un microsistema economico ancora sostanzialmente caratterizzato dal baratto, dalla precarietà e dallo sfruttamento di alcuni prinzipales. «Questa ballata è una grande occasione per ricordare il pioniere don Franceschino Gallisai – sottolinea Antonio Farina, presidente dell’Associazione Il Mulino –. Questa ci consente anche di lanciare un ammonimento perché lo storico mulino, ora affidato a progettisti, possa restare nella memoria della città senza essere deturpato dal cemento». «Il mio lavoro – spiega Antonio Rojch – è nato da un’idea nei giorni della segregazione del coronavirus. L’ho voluto affidare a un’interprete straordinaria, Leena Galte, e al musicista Maillard. Speriamo che la ballata possa diventare un canto popolare in Sardegna, nel ricordo del pioniere Guiso Gallisai».

Una ballata perfetta per la voce di Leena Galte, forte di almeno dieci anni di studio del canto in alcune accademie e nella Scuola civica di musica, anche con lezioni di pianoforte. Da quattro anni collabora con due musicisti franco-svizzeri, compositori di tutti i suoi inediti, scritti in gran parte da GioVanni (suo fratello) e da lei stessa. Artista che spazia dal genere sacro a quello popolare e al pop. La sua passione per la cultura musicale l’ha spinta a internazionalizzare i propri brani, interpretandoli in inglese. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo album prodotto dalla “Distrid”, “Luce promessa”. È stata finalista del Premio Dalla e di Casa Sanremo Tour. Attualmente è impegnata nella produzione di nuovi progetti legati alla lingua sarda: oltre a don Franzischinu, cantato in nuorese, anche “Ispinas de mundu”, un canto e una preghiera nei tempi del coronavirus. (l.p.)

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative