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Nuoro

Siniscola, i timori degli operai della Sarflex in vista della Cig

Siniscola, i timori degli operai della Sarflex in vista della Cig

SINISCOLA. Aperta alla fine degli anni Novanta da Giovanni Lai, imprenditore originario di Ulassai, la Sarflex produce flessibili per acqua e gas in acciaio inox e tubazioni per canne fumarie per un...

27 maggio 2020
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SINISCOLA. Aperta alla fine degli anni Novanta da Giovanni Lai, imprenditore originario di Ulassai, la Sarflex produce flessibili per acqua e gas in acciaio inox e tubazioni per canne fumarie per un vasto mercato internazionale ed è una delle realtà più solide della Zir di Siniscola dando occupazione ad una sessantina di operai. Per l’emergenza Covid, la fabbrica aveva sospeso l’attività il 23 marzo e solo il 4 maggio ha riaperto ma con la metà dei dipendenti per il calo degli ordini a causa dell’epidemia. Venerdì dovrebbe esserci una riunione tra le maestranze e la proprietà per vagliare le esigenze dei reparti con il titolare che si è detto disposto anche ad anticipare di tasca sua la cassa integrazione se l’Inps dovesse tardare ad erogarla.

Alcuni operai dell’azienda si sono mossi in anticipo chiedendo con rispetto ma anche con forza che l’azienda metta tutti i suoi operai sullo stesso piano, garantendo la rotazione degli stessi e spalmando così periodi di cassa integrazione e di lavoro su tutti gli operatori che possono ricoprire le varie mansioni presenti in fabbrica.

«La nostra non vuole essere una polemica o uno scontro con chi oggi lavora a pieno ritmo in fabbrica – spiega il gruppo di maestranze – ma una richiesta di parità di trattamento, di equità e di rispetto della nostra dignità di lavoratori. La rotazione avviene già in tante altre aziende che hanno recepito l invito del governo nel garantire lavoro, elasticità e aiuti per i lavoratori. Chiediamo anche alla “nostra” azienda di utilizzare questo metodo per garantire a tutti, in egual modo la parità e il diritto di tutti. In un periodo duro e complicato come quello che stiamo vivendo, non vorremmo che l’azienda lasci degli operai padri di famiglia e monoreddito con la sola cassa integrazione, che purtroppo non basta a far fronte alle problematiche economiche di tutti i giorni». (s.s.)

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