La Nuova Sardegna

Nuoro

Crisi delle vocazioni, i salesiani lasciano Nuoro

di Simonetta Selloni
Crisi delle vocazioni, i salesiani lasciano Nuoro

Dopo 40 anni la Congregazione riconsegna la parrocchia al vescovo Mura. La loro presenza ha cambiato il volto del quartiere. Un anno e poi il saluto

05 giugno 2020
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NUORO. Più delle tante e significative opere che la città si ritrova in eredità dopo quarant’anni di presenza a Nuoro, e persino più dell’intercessione dell’Onnipotente al quale in tantissimi si staranno invocando, ha potuto la riorganizzazione. Ed è nel nome della riorganizzazione, anzi, per dirla con i termini tecnici, del “processo di discernimento”, che i Salesiani lasceranno la parrocchia di San Domenico Savio. Lo faranno non prima di un anno, come recita il comunicato stampa pubblicato ieri prima sul sito della Circoscrizione salesiana Sacro Cuore Italia centrale, di cui fa parte la Sardegna e quindi Nuoro, poi sul sito della Diocesi. Questa scelta è stata imposta innanzitutto dalla crisi delle vocazioni, unita alla necessità di adeguare la presenza della Congregazione salesiana ad un contesto sociale cambiato anche nel perimetro d’azione dei Salesiani, ossia l’universo dei giovani. Quindi, la parola d’ordine è diventata riorganizzare o meglio accorpare: e così i Salesiani si preparano a salutare, e intanto riconsegnano le chiavi di San Domenico Savio al vescovo Antonello Mura. Sarà lui poi a decidere a chi affidare la cura della parrocchia anche se nel frattempo c’è una specie di “premio di consolazione”: l’oratorio, l’ essenza stessa dell’opera di don Bosco, viene consegnato alle Figlie di Maria Ausiliatrice che, si legge nel comunicato, “assumeranno la conduzione collaborando con i gruppi della Famiglie Salesiane (Salesiano cooperatori e ex allievi), e i laici collaboratori».

Un brutto colpo per la città. Arriva quasi a ciel sereno: il parroco, don Gianluca Spione, 49 anni, toscano da 5 anni a Nuoro, lo ha saputo in anticipo appena due giorni fa, in videoconferenza, dal suo superiore, don Stefano Aspettati. E un brutto colpo sarà per il quartiere: 4500 famiglie, che attorno alla parrocchie e alle strutture nate intorno proprio grazie ai salesiani, si è compattato e ha trovato una sua cifra identitaria. I salesiano sono in una zona che quarant’anni fa era periferia della periferia. «Siamo cinque sacerdoti, l’età dei miei confratelli è tra i 70 e gli 81 anni. È indiscutibile che i giovani richiedano energie», commenta don Gianluca. Lui è tra l’incudine e il martello, due superiori (il vertice della congregazione e il vescovo), e l’ineluttabilità delle cose. «Abbiamo 40 case nella Circoscrizione dell’Italia centrale di cui fanno parte, oltre che la Sardegna, il Lazio, le Marche, l’Abruzzo, l’Umbria e la Toscana. Età media dei sacerdoti, 67 anni. L’unica ordinazione sacerdotale di quest’anno sarà quella di un nuorese, Alessandro Dui».

Anche se il comunicato sembra rassicurante “la presenza di Don Bosco prosegue”, si apre ora tutto un nuovo capitolo per capire come questa presenza si declinerà. Indubbiamente, come sottolinea l’Ufficio comunicazione della Circoscrizione, “La storia e la presenza dei salesiani di don Bosco a Nuoro ha accompagnato le vicende culturali e sociali della città, e non ma mai mancato di guardare al futuro con passione e generosità, e non meno con sano realismo”. Ecco, proprio nel nome di questo sano realismo, la scelta di rinunciare alla parrocchia e ridurre l’impegno diretto dei Salesiani. Parafrasando Humprey Bogart, è la riorganizzazione, bellezza, e tu non ci puoi far niente. Chiavi al vescovo, la città volta pagina. Un boccone amaro da mandar giù.

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