La Nuova Sardegna

Nuoro

Tribunale arbitrale all’esordio

di Luciano Piras
Tribunale arbitrale all’esordio

Aperto in piena emergenza coronavirus un nuovo servizio per le procedure stragiudiziali

06 giugno 2020
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NUORO. L’ultimo caso chiuso è di qualche giorno fa, un usucapione. Risolto in una settimana. Giusto il tempo necessario per fare le visure storico-ventennali. Controversia finita, dunque, senza incappare nella solita burocrazia italiana e neppure nei costi del processo civile, ormai inaccettabili per le tasche di qualsiasi famiglia. Vantaggi assicurati dalle procedure stragiudiziali alternative al giudizio. Un servizio offerto dall’Ordine forense e altri organismi di mediazione, ora anche dal neonato Tribunale giudiziario arbitrale marittimo del lavoro e dell’impresa, aperto in città in piena emergenza coronavirus, mentre qualsiasi altra attività arrancava o rischiava addirittura di chiudere battenti una volta per tutte. «Stiamo aprendo altre sedi anche nella Penisola, la nostra sede nazionale resta quella di Olbia, in via Gallura, siamo a Oristano in vico Solferino e dal 3 aprile scorso anche a Nuoro, in via Veneto 14» dice Marco Albano, classe 1965, milanese di casa a Tanaunella e a Loiri Porto San Paolo. È dai primi anni del 2000 che vive in Sardegna. Quattro anni fa, forte di una esperienza ultraventennale nel settore delle tecniche di negoziazione e mediazione civile, ha messo su un tribunale arbitrale per aiutare privati, imprese, condomini, lavoratori autonomi, agenzie, associazioni di categoria, consumatori, enti pubblici e privati a risolvere le controversie in tempi brevi e certi, a costi ridotti, attraverso l’attivazione di procedure di mediazione (d.lgs 28/2010) e procedure di arbitrato (art. 806 cpc).

«Il Tribunale arbitrale mira ad aiutare le imprese e i privati, a ricredere in una giustizia efficace ed efficiente, indispensabili per la crescita economica del nostro paese» spiega Sergio Depalmas, classe 1963, responsabile della sede nuorese. Lodeino di nascita, è tornato in Sardegna nel 2018 dopo quasi trent’anni di onorata carriera nell’Arma dei carabinieri. Dal 2011 è abilitato come mediatore. «La mediazione – sottolinea – è l’attività svolta da un mediatore e/o un collegio di mediatori imparziali e terzi, finalizzata all’assistenza di due o più soggetti nella ricerca di un accordo amichevole alla controversia insorta dalle parti e alla proposta di risoluzione del problema». «Quattro sono le ipotesi di mediazione civile – aggiunge Marco Albano –: la mediazione obbligatoria; la mediazione facoltativa o volontaria; la mediazione delegata o demandata dal giudice; la mediazione concordata o consensuale sottoscritta tra le parti nel contratto». L’importante in ogni caso è perseguire l’accordo tra le parti in causa, evitando tra l’altro di intasare le aule giudiziarie. «Poi c’è l’arbitrato – aggiungono in coro sia Albano sia Depalmas –, un procedimento alternativo alla risoluzione delle controversie nel quale la decisione viene rimessa dai partecipanti a uno o più soggetti privati che si pronunciano con lodo (con eventuale clausola di inappellabilità). In caso di mancato raggiungimento dell’accordo in mediazione, la parte istante può chiedere al mediatore civile di attivare il procedimento giudiziale arbitrale presso le nostre sedi».

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