La Nuova Sardegna

Nuoro

Rapina a don Pirarba, nei guai nipote e zia

di Lamberto Cugudda
Rapina a don Pirarba, nei guai nipote e zia

Tortolì, indagini dei carabinieri a una svolta: denunciato un giovane di 19 anni, la donna indagata per favoreggiamento

07 giugno 2020
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TORTOLÌ. A 30 giorni dalla brutale aggressione con rapina del parroco di Talana, don Vincenzo Pirarba, di 77 anni, avvenuta nella sua villetta, in via Parini, alle 22.15 del 7 maggio, i carabinieri della compagnia di Lanusei e della stazione e di Tortolì, guidati dal capitano Giuseppe De Lisa, e dal maresciallo Marcello Cangelosi, hanno denunciato, con l’accusa di rapina aggravata, un giovane sardo di 19 anni (non è di Tortolì e non risiede in Ogliastra) quale presunto autore del pestaggio e della rapina. Insieme a lui è stata iscritta nel registro degli indagati anche una sua zia che abita nelle vicinanze del sacerdote, a san Gemiliano, a 150 metri dal mare. La donna è stata iscritta per favoreggiamento personale: per i militari aveva fornito al giovane ospitalità nella sua casa sia la notte della rapina che nei giorni precedenti. Aveva però negato davanti ai carabinieri che suo nipote la sera del 7 maggio si trovasse lì. Dall’incrocio dei vari dati acquisiti, si è formulata un’ipotesi investigativa che conduce all’individuazione degli autori del fatto nell’ambito del locale giro della tossicodipendenza. A mettere sulla strada della svolta i carabinieri sono stati i filmati delle telecamere di videosorveglianza della villetta di don Pirarba e di quelle vicine, ma anche gli interrogatori serrati di molte persone a conoscenza del traffico di droga. Venerdì si è avuta la perquisizione domiciliare, disposta dalla Procura di Lanusei che coordina le indagini portate avanti dai carabinieri della compagnia, in un’abitazione nelle vicinanze della villetta del sacerdote. Casa in cui – sulla base di altre precedenti emergenze investigative – si ritiene dimorasse il giovane che sarebbe stato visto entrare nella casa del sacerdote nella serata del 7 maggio, intorno alle 22.15. L’attività, che ha visto impegnati 50 uomini dell’Arma di Lanusei e di Tortolì, unitamente alle squadriglie di Arzana e Lanusei, con il supporto dello Squadrone eliportato Cacciatori di Abbasanta, ha consentito di rinvenire, nell’abitazione, ben nascosti, alcuni oggetti parte del bottino, tra cui un borsello “portaviatico” contenente oggetti sacri e strumenti per la liturgia. Tra questi, una medaglia della Madonna di Medjugorje (Regina della Pace), cui il sacerdote è devoto da decenni. Rinvenuto anche un cofanetto acquistato nel suddetto santuario e che conteneva una penna d’argento, che non è stata ritrovata. Gli oggetti, mostrati a don Pirarba, sono stati riconosciuti come i suoi. Per la Procura e l’Arma, si stringe il cerchio intorno almeno a uno dei presunti autori della rapina (manca il palo che aveva spinto alle spalle don Pirarba, facendolo cadere a terra). Il riferimento è al giovane, appena maggiorenne, che per gli investigatori avrebbe dimorato, il giorno della rapina, ed alcuni giorni precedenti, nella casa perquisita, per poi allontanarsene il giorno successivo. Sempre venerdì sono stati sentiti, come persone informate sui fatti, alcuni giovani di Tortolì, che si ritiene siano amici dell’autore del grave reato.

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