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Nuoro, la macellaia che ama la poesia

Luca Urgu
Nuoro, la macellaia che ama la poesia

Valeria Satta è l’unica donna a svolgere questa professione in città: «I clienti apprezzano sempre»

14 giugno 2020
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NUORO. Il primo vitello sezionato non si scorda mai. Valeria, aveva appena aperto la sua macelleria a Bottida. E guardava quella bestia appesa in sa ganziera affilando le lame dei coltelli. «La forza e la volontà non mi sono per fortuna mai mancate. Quindi, dopo un primo momento di smarrimento ci ho dato dentro e tutto è andato bene, le lame hanno tagliato per il verso giusto e dopo qualche ora avevo sul bancone bistecche e gli altri tagli». A raccontare quella giornata di otto anni fa, quella del primo corpo a corpo con un quintale di carne di manzo appena macellato, è Valeria Satta, 45 anni da circa un anno macellaia alla Conad di Nuoro di viale Europa, davanti alla questura.

È l’unica donna a fare un mestiere ancora molto maschile, ma non per questo ha perso femminilità e voglia di scherzare anche con qualche dose di autoironia che, non guasta affatto e dall’amore per la poesia sarda che segna il ritmo anche alle giornate più cupe. «È un lavoro che faccio con passione e senso di responsabilità che mi da molte soddisfazioni. Grazie prima all’insegnamento paziente di mio suocero Giovanni Siri e poi di un amico macellaio di Esporlatu, Antonio Durgali, ho imparato a sezionare molto bene e a continuare ad amare sempre di più questa attività – racconta Valeria –, non nego di aver avuto momenti di stanchezza e sconforto per questo lavoro così fortemente maschile e che richiede un’energia, una forza fisica notevole che non sempre mi sembra di avere, ma la gratificazione di vedere il banco allestito dopo ore di lavoro, ha sempre superato dubbi sconforto».

A Bottida dopo che ha gestito una macelleria per otto anni ha dovuto chiudere per la morsa dalla crisi che nei piccoli centri spesso è più evidente. «Ha raggiunto anche me e non ho retto, ma vorrei cogliere l’occasione per ringraziare i miei paesani che per anni mi hanno dato fiducia e regalato sorrisi». Dal Goceano a Nuoro, dove in passato ha lavorato in una casa di riposo per anziani, la strada non è stata poi così breve come i pochi chilometri che separano questi territori sembrerebbero indicare. «Mi è stata data la possibilità di gestire questa piccola macelleria dove ho ritrovato lo spirito e il clima del piccolo negozio di paese. I clienti sono gentili, sorridenti e apprezzano che la carne venga raccontata. Poi i colleghi mi hanno accolto bene e questo mi aiuta», racconta la macellaia di Bottida orgogliosa di queste mani femminili che trasformano, tagliano e a volte ricuciono carni fresche bianche e rosse.

«Sono la seconda di otto figli e credo di aver imparato in fretta il senso del lavoro e del sacrificio». Studi al liceo scientifico, è madre di due ragazzi, Giovanni e Flavio, uno di 21 e l’altro di 17, entrambi studenti. «Per i figli si fanno i sacrifici più impensabili ma sono un tesoro così bello che a volte non pesano», commenta con cuore di mamma. Valeria Satta sognava di fare il neurochirurgo ma poi la vita ha preso altre strade e pieghe. «Ancora oggi prima di dormire guardo video di interventi di neurochirurgia, oggi invece le uniche operazioni le faccio su maiali, vitelli, conigli e pecore, quando sono già macellati. Diciamo più che un neurochirurgo mi sento un medico legale», conclude con un sorriso che segna anche la fine del dialogo.

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