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Nuoro

Usura e tentata estorsione, sei anni a un pensionato di Borore

Usura e tentata estorsione, sei anni a un pensionato di Borore

Pietro Pinna prestava somme di denaro con tassi d’interesse oltre soglia. A denunciarlo una coppia di Macomer che si è costituita parte civile nel processo

18 giugno 2020
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BORORE. Prestava soldi a un interesse notevolmente superiore a quello corrente e legale. Pietro Pinna pensionato 77enne di Borore è stato condannato a 6 anni per i reati di usura e tentata estorsione, ai danni di una coppia di Macomer e di due persone del circondario. Il processo davanti al tribunale collegiale di Oristano, presieduto da Carla Altieri (a latere Sulis e Fulgheri), si è concluso ieri mattina. L’imputato era difeso dall’avvocato Stefano Piredda, mentre Stefano Demartis e la moglie Giannina Serra si erano costituiti parte civile con gli avvocati Giuseppe Floris e Gianluca Sannio.

Secondo il pubblico ministero Silvia Mascia, che alla fine della requisitoria ha chiesto una condanna a 6 anni e 6 mesi, il pensionato a partire dal 2005 aveva prestato in più occasioni diverse somme di denaro a soggetti che non erano riusciti ad avere credito dalle banche o dalle finanziarie. Nell’arco di quattro anni l’imputato era arrivato a prestare somme fino a 115mila euro.

Ai coniugi di Macomer, tra gli altri, aveva fatto un prestito di 36mila euro per il quale aveva preteso subito 6mila euro a titolo di interessi. La coppia Demartis-Serra, nel tempo avevano versato all’imputato oltre agli interessi, somme a titolo di rata capitale, nonché merce di valore che però non erano mai state “scontate” dal debito complessivo. Da qui l’accusa di tentata estorsione per non avere ammesso in giudizio di avere avuto indietro quel danaro. Il pensionato aveva concesso ai due coniugi di Macomer altri sette finanziamenti (alcuni erano stati rinnovati), con l’impegno di pagare gli interessi a tasso elevati. Stando all’accusa, il tasso soglia annuale oltre il quale scatta il reato di usura, praticato in quel periodo dalle società finanziarie e dalle banche, era di gran lunga inferiore rispetto a quello applicato da Pietro Pinna.

In seguito alla denuncia della coppia era stato il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Nuoro, coordinato dalla procura di Oristano, ad eseguire una serie di indagini accompagnate da perquisizioni domiciliari, accertamenti bancari sui diversi rapporti finanziari del pensionato. Erano stati fatti accertamenti patrimoniali sui beni mobili e immobili da lui posseduti. Il lavoro portato avanti dai finanzieri era stato completato con i dati e le informazioni contenute nelle banche dati degli inquirenti e da quelle raccolte durante l’attività d’indagine. Era emerso che Pinna, oltre all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria, reato contestatogli e poi prescritto, applicava tassi d’interesse usurari. (k.s.)

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