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Nuoro

Centro dialisi di Dorgali, l’Assl: la soluzione era già stata trovata

Centro dialisi di Dorgali, l’Assl: la soluzione era già stata trovata

DORGALI. «La soluzione che la Lapia dice essere la sua, è la soluzione organizzativa richiesta da questa direzione di Assl due settimane orsono quando è stato, infatti, affermato che avremmo trovato...

21 giugno 2020
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DORGALI. «La soluzione che la Lapia dice essere la sua, è la soluzione organizzativa richiesta da questa direzione di Assl due settimane orsono quando è stato, infatti, affermato che avremmo trovato un sistema per compensare le carenze di organico. Soluzione organizzativa che il direttore dell’Unità operativa aveva mandato di definire in dettaglio e che ha comunicato, evidentemente, nel corso dell’incontro di due giorni fa. Direzione di Assl che è sempre impegnata nell’assicurare che arrivino a compimento i passaggi necessari e che, di solito, se non sempre richiede che sia riconosciuto il merito per le criticità risolte non ammette però che altri se le attribuiscono. E con aggiunta di dileggio». Non si fa attendere la replica del direttore dell’Assl di Nuoro, Grazia Cattina alle dichiarazioni fatte dalla parlamentare del Movimento 5 stelle, Mara Lapia che venerdì mattina ha incontrato a Siniscola i pazienti dorgalesi in dialisi, e ha dichiarato che la prolungata chiusura del Centro è legata a «semplici questioni organizzative». La struttura sanitaria, nonostante il completamento dei lavori, è ancora inutilizzata per mancanza di personale. Fatto che ieri la parlamentare del M5s ha evidenziato in una lettera inviata all’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu sollecitando la risoluzione del problema. «Da quanto mi è stato riferito dai pazienti, dal presidente dell’Asnet e dal primario della Nefrologia del San Francesco, il dottor Logias – scrive Lapia – il non utilizzo della struttura di Dorgali è legato alla mancanza di personale che possa seguire i pazienti durante la terapia: parliamo di un medico e due infermieri che dovrebbero recarsi a Dorgali tre volte la settimana. Apprendiamo che almeno uno specialista avrebbe già dato la sua disponibilità. Non si tratta di bandire concorsi, fare assunzioni o avviare lunghe procedure: è sufficiente la volontà politica e il buon senso da parte dei vertici della Assl, che in poco tempo possono individuare gli operatori». (k.s.)

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