La Nuova Sardegna

Nuoro

Il titolare della Conad di Oliena reagisce ai rapinatori: «Ho cercato di difendere il mio lavoro»

Valeria Gianoglio
Il titolare della Conad di Oliena reagisce ai rapinatori: «Ho cercato di difendere il mio lavoro»

Il commerciante è rimasto ferito, stava portando l'incasso in banca

24 giugno 2020
4 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Un colpo di martello sul finestrino, lato guida, della sua Toyota rossa, il tentativo di riparare la testa dalla pioggia di vetro in frantumi, il martello che continua a colpire l’auto, una mano che si infila nell’abitacolo fino ad alzare la sicura dello sportello, e le voci di due uomini incappucciati e con un fucile ben stretto tra le mani: «Scendi dalla macchina, veloce, scendi e dacci i soldi». Ce n’era abbastanza, ieri mattina, in via Satta a Oliena, per paralizzare dalla paura anche chi ha coraggio giovinezza e incoscienza, ma Giuseppe Cattide, i suoi 75 anni portati con energia e l’esperienza di altre due rapine subìte, no. Non poteva fermarsi lì.

«Me li sono trovati davanti mentre andavo a portare in banca l’incasso del market – ha raccontato poco dopo a chi lo avrebbe soccorso, con la testa sanguinante e un secondo prima di finire dentro l’ambulanza – erano due, con un cappuccio in testa e uno dei due aveva un fucile. Hanno cominciato a dare martellate sul finestrino, e lo hanno rotto. Volevano farmi scendere, e poi mi hanno tirato fuori dall’auto. Ho solo cercato di difendermi come potevo».

È stato un lunedì mattina cominciato come non avrebbe voluto, quello del titolare dell’unico market Conad di Oliena, e per uno strano scherzo del destino è stato un lunedì quasi identico a quello andato in scena poco meno di un anno fa. Sempre con lo stesso sfondo, sempre con le stesse modalità. Anche il 23 luglio dell’anno scorso, infatti – un lunedì pure allora – Giuseppe Cattide si stava dirigendo verso la filiale del Banco di Sardegna di Oliena per depositare l’incasso del suo market che gestisce da otto anni alla periferia del paese. Anche allora, poco dopo le 9, aveva trovato la strada sbarrata da due persone, armi in pugno, che lo avevano costretto a scendere dall’auto per tentare di portargli via i soldi. E anche allora Giuseppe Cattide, nonostante tutto, non si era perso d’animo e aveva reagito. «Appena sceso dall’auto mi hanno colpito, mi hanno dato un colpo di testa e mi hanno fatto cadere. Ma ho reagito e ho difeso i soldi», aveva raccontato a chi gli chiedeva, incredulo, come fosse riuscito a spuntarla fino a far scappare i rapinatori.

Lo stesso copione, dunque, è andato in scena ieri mattina. Poco dopo le 9, Cattide sale sulla sua Toyota e imbocca la salitina di via Satta che poi si ricollega alla strada dove c’è la filiale del Banco di Sardegna, nel centro di Oliena. Mentre sta per svoltare a sinistra trova la strada sbarrata da una Punto bianca ed è costretto a fermarsi. Subito dopo vede scendere dall’auto due incappucciati. Uno ha un fucile tra le mani, l’altro un martello. Sono secondi concitati. «Scendi dall’auto, scendi veloce e dacci i soldi», gli gridano. Cattide si chiude dentro l’auto, prova a resistere. Ma i banditi gli si avvicinano minacciosi e uno dei due assesta un paio di colpi di martello al finestrino lato guida che si frantuma in mille pezzi. L’imprenditore tenta di ripararsi la testa con la mano, ma non riesce e si ferisce. E per giunta, dopo essere stato estratto dall’abitacolo dai due malviventi decisamente contrariati, riceve altri colpi alla testa. «Dacci i soldi», continuano a gridargli i due. Cattide, nonostante tutto, riesce a tenere, o forse a nascondere, una parte dell’incasso. L’altra, invece, non riesce a sottrarla ai rapinatori che scappano così con un certo numero di banconote. Quante con esattezza al momento non si sa: gli stessi carabinieri lo stanno ancora definendo. L’unico dato certo è che si trattava, nel complesso, dell’incasso del Conad del fine settimana, unico market aperto nel paese la domenica mattina. Giuseppe Cattide, dopo la rapina, viene soccorso da alcuni passanti. Poco prima di finire dentro l’ambulanza riesce anche a scambiare due parole con i carabinieri della stazione, guidati dal maresciallo Vincenzo Serrao. Poi via, verso l’ospedale San Francesco dove i medici lo giudicheranno guaribile con 10 giorni di cure per le ferite alla testa. Ma per fortuna niente di grave. «Ho solo cercato di difendermi e difendere il mio lavoro» ha detto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative