La Nuova Sardegna

Nuoro

Tentato omicidio Deiana: Sella sceglie l’abbreviato

di Kety Sanna
Tentato omicidio Deiana: Sella sceglie l’abbreviato

L’allevatore era scampato a un agguato nel gennaio di quattro anni fa Un fratello dell’imputato era stato ucciso nelle campagne del paese nel 2018

01 luglio 2020
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NUORO. Delitti consumati o tentati in un contesto culturale fatto di storie che molte volte s’intrecciano e si fondono l’una coll’altra. Albino Sella, fratello di Danilo, ucciso il 18 settembre 2018 a Mamoiada, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato “secco” per il tentato omicidio del compaesano Antonio Deiana avvenuto il 3 gennaio 2016. Il 33enne, difeso dall’avvocato Francesco Lai, verrà, quindi, giudicato sulla base di quelli che sono i risultati delle indagini preliminari confluiti nel fascicolo del pm Andrea Ghironi. Ieri mattina al quarto piano del palazzo di giustizia si è tenuta l’udienza preliminare a porte chiuse, davanti al gup Claudio Cozzella. Giusto il tempo della scelta del rito alternativo da parte dell’imputato, e la costituzione di parte civile della vittima del reato con l’avvocato Gian Luigi Mastio, che il processo è stato rinviato al 27 ottobre per la discussione.

L’episodio Nel trado pomeriggio del 3 gennaio 2016, era già buio quando nelle campagne di Mamoiada, Antonio Deiana, allevatore di 30 anni, era scampato per miracolo ad un agguato mentre rientrava in paese. Il fatto era avvenuto in località “Cusitzo”. Chi quella sera alle 19,30 si era appostato dietro un muretto e aveva esploso contro il pick up del pastore tre fucilate a pallettoni, voleva uccidere. Deiana udito il primo colpo aveva continuato a percorrere la strada sterrata cercando di uscire dalla traiettoria delle fucilate. I pallettoni avevano colpito la fiancata mandando in frantumi i vetri del mezzo: le schegge lo avevano ferito di striscio. Il 30enne , però, era riuscito a salvarsi e a dare l’allarme.

Le indagini Subito dopo il fatto Albino Sella era stato cercato dai carabinieri della stazione di Mamoiada ma non era stato trovato. Rintracciato solo intorno alle 4 della mattina, aveva fornito un alibi. Deiana (condannato a 1 anno e 8 mesi per favoreggiamento nel processo per l’omicidio di Danilo Sella, per il quale è stato condannato definitivamente a 18 anni Marcello Gungui), aveva raccontato agli inquirenti che il giorno prima dell’imboscata, insieme all’amico Gungui avevano notato Sella che li controllava con un binocolo.

L’arresto Dieci mesi dopo l’agguato di “Cusitzo”, Albino era stato arrestato perché trovato in possesso di un fucile calibro 12 modificato. Durante una perlustrazione nelle campagne del paese i militari erano stati attirati dal rumore inconfondibile di colpi di arma da fuoco. Avevano raggiunto un terreno di proprietà della famiglia Sella e lì, avevano trovato l’allevatore che si esercitava a sparare. Dalle analisi del Ris il fucile sequestrato al 33enne, era risultato essere l’arma usata per compiere il tentato omicidio di Deiana. Albino Sella venne indagato. Ma nell’ottobre dello scorso anno la Procura, ritenendo che attraverso le indagini non fosse stato possibile stabilire se quel fucile calibro 12 fosse stato sempre nelle disponibilità di Sella, aveva chiesto al gip di arrestare il procedimento. Richiesta alla quale, però, si era opposta la parte offesa, attraverso l’avvocato Mastio che aveva chiesto al giudice Teresa Castagna, di imporre al pm l’obbligo di formulare l’imputazione o di svolgere nuove indagini. Lo stesso gip, considerando sufficienti per giustificare il processo gli elementi che il pubblico ministero aveva indicato nella richiesta di archiviazione, e ritenendo superfluo dover disporre un’integrazione delle indagini, aveva ordinato a Ghironi l’imputazione coatta per l’unico indagato del tentato omicidio Deiana, Albino Sella, che ora verrà processato.

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