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Nuoro

“Mamas” per dare speranza dopo il Covid 19

“Mamas” per dare speranza dopo il Covid 19

Da Bitti a Orune e Nuoro, tre santuari nuragici uniti dalle opere scultoree dell’artista Diego Asproni

03 luglio 2020
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BITTI. Tre siti archeologici uniti dallo stesso filo conduttore: tre opere scultoree dell’artista Diegu Asproni. Che in questi primi giorni di luglio (oggi, domani e dopo), propone nei santuari nuragici di Romanzesu (Bitti), Su Tempiesu (Orune), Noddule (Nuoro) un nuovo allestimento. Tre sculture uguali, tre “Mamas” con il bambino in braccio; una di terra, una di cera e una di bronzo. Il progetto, elaborato da Asproni e accolto dalle Cooperative Istelai di Bitti, Nooraghe di Nuoro e Larco di Orune, che verrà presentato dallo stesso autore e da Silvana Sanna domani alle 10,30 a Noddule e alle 16,30 a Su Tempiesu e domenica 5 alle 17,30 a Romanzesu. Le opere visibili nelle tre giornate «si compensano e si compenetrano queste Madri, singole e trinitarie, l’una nasce dall’altra e ciascuna custodisce parte rilevante di chi le ha precorse» scrive Silvana Sanna. «Potrebbero anche rappresentare un’unica figura femminile fermata in tre diverse età della vita: l’entusiasmo della maternità ma anche le fatiche dei primi passi (la terra); l’età adulta in cui la forma e il carattere si plasma (la cera); la maturità in cui si ha il coraggio di lasciare andare ciò che non serve e si tengono solo le cose, e le persone, che contano (il bronzo). Sono state portate qui, le Madri, ma forse è più giusto dire che vi sono giunte da sole o persino che vi sono sempre state. In questi posti dove per secoli si è venuti per rifiorire nell’anima prima ancora che nel corpo, affonda il progetto dell’artista che individua nella scelta felice di queste donne in grado di generare il bene, una possibile direzione di liberazione, nonché gli approdi del suo percorso artistico. Come un vovente dei nostri giorni intraprende un viaggio che sa di pellegrinaggio utilizzando il linguaggio colto e ricco di fascino della scultura ma con l’immediatezza di una poesia popolare».

Dopo tante settimane di sofferenza e malattia, tre opere simbolo di speranza e fiducia accolgono gli ospiti, uomini e donne insieme, che di nuovo in cammino ringraziano la vita con i suoi doni.

Coloro che in questi giorni cercano un tempo e uno spazio antico, all'improvviso vedranno una Mama con il suo piccolo in braccio.

Quella che appare è la vita che rinasce, un fatto conosciuto e ripetuto, ma sempre misterioso.

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