La Nuova Sardegna

Nuoro

Le startup della Sardegna si ritrovano ad Arbatax

di Mario Frongia
Le startup della Sardegna si ritrovano ad Arbatax

Confronto su imprese e talento per la 4ª edizione del Contamination Bootcamp «Dalla ricerca alle aziende, l’energia positiva è fondamentale per il successo» 

05 luglio 2020
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ARBATAX. Ricercatori, aziende e startup assieme per produrre e innovare. Un’intesa proficua nella Sardegna che si rimette in moto dopo il lockdown. La quattro giorni tenutasi all’Arbatax park resort ha incrociato esigenze del tessuto imprenditoriale, risposte modellate dall’università di Cagliari, talento di sette start up. Ovvero, giovani motivati con competenze multidisciplinari, pronti a sfidare i mercati e il presente. La quarta edizione del Contamination Bootcamp curato dal Crea (Centro servizi d’ateneo innovazione e imprenditorialità) in collaborazione con Fidicoop, ha perseguito l’addestramento intensivo all’innovazione. Dall’accademia alle aziende, con soluzioni fresche, programmi cuciti addosso in base alle domande di un territorio ferito da mesi di inerzia. Nel dettaglio, sette imprenditori, quattordici ricercatori e sette fondatori di startup innovative hanno lavorato gomito a gomito.

Questioni concrete, immediatamente spendibili tra laboratori, fabbriche e capannoni, da Teulada a Olbia. La novità? Massima attenzione allo sviluppo delle soft skills necessarie a guidare i programmi di Open innovation e tecniche Lean da applicare all’interno delle proprie aziende. Un passo obbligato per migliorare qualità dei servizi e delle produzioni.

«Un percorso innovativo, tecnologicamente avanzato e competitivo. Ma soprattutto tagliato sulle richieste delle aziende sarde che guidano ricercatori e startupper nella ricerca delle soluzioni migliori per le proprie dinamiche» dice Maria Chiara Di Guardo, prorettore Innovazione. All’evento hanno preso parte Conassicop, Ianas, Progetti Sardegna, Cantina di Jerzu, Pastori di Nurri e La Clessidra. «Un’esperienza unica e coinvolgente, in una location fantastica, capace di generare un’onda creativa e motivazionale. Energia positiva fondamentale in un periodo come questo» spiega Francesco Sanna, presidente Fidicoop.

«Cooperative, startapper e università hanno contribuito alla creazione di un progetto ad alto valore aggiunto» segnala Daniela Schirru, LegaCoop. «Ho partecipato all’evento con entusiasmo, è stata una bella esperienza» rimarca Dimitri Pibiri, Cooperativa Fradi. I ricercatori dei dieci dipartimenti dell’Università di Cagliari (Ingegneria civile, ambientale e architettura, Giurisprudenza, Ingegneria elettrica ed elettronica, Scienze chimiche e geologiche, Chimica analitica, Lettere, lingue e beni culturali, Scienze economiche e aziendali, Ingegneria meccanica, chimica e materiali, Scienza della vita e dell’ambiente, Matematica e informatica, Pedagogia, psicologia e filosofia) hanno guidato idee e creatività con manager e patron operanti nei vari settori merceologici. «Problematiche reali delle aziende, dagli strumenti utili per le sfide al futuro» rimarca la professoressa Di Guardo.

Tre mondi a confronto. Per rafforzare un dialogo operativo con le industrie di turismo, allevamento, logistica, agricoltura, ristorazione, servizi. Di fatto, un confronto duraturo e moderno. Quel che serve alla Sardegna post pandemia.

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