La Nuova Sardegna

Nuoro

 

Quattro sindaci marciano insieme per lo sviluppo del Gennargentu

Giusy Ferreli
Quattro sindaci marciano insieme per lo sviluppo del Gennargentu

Da Arzana, Desulo, Fonni e Villagrande Strisaili fino a punta La Marmora

07 luglio 2020
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NUORO. Il sole che si è levato alto sul Gennargentu in una piacevole domenica di inizio luglio non ha fermato la scalata di punta La Marmora. Una giornata che non solo ha segnato il ritorno alla (quasi) normalità del Cai in Sardegna ma anche la voglia di riannodare i fili del rapporto interrotto, seppure soltanto temporaneamente a causa del Covid 19 tra le comunità di Arzana, Desulo, Fonni e Villagrande Strisaili, i quattro paesi tra Barbagia e Ogliastra che si affacciano sul massiccio e che, ieri mattina, erano rappresentate dagli amministratori uniti sotto la bandiera dello sviluppo. A fare gli onori di casa, in veste di organizzatori dell’iniziativa che ha sostituito il tradizionale appuntamento primaverile “La montagna che unisce”, i presidenti del Cai Nuoro e della sezione ogliastrina, Matteo Marteddu e Giacinto Staffa. Sono stati loro a dettare i tempi delle escursioni partite da due versanti del Gennargentu di buon’ora. Una prima comitiva partita dal versante villagrandese e una seconda partita dal versante fonnese, si sono ritrovate a mezzogiorno nella vetta più alta dell’isola a 1.834 metri. E qui, sotto la grande croce, amministratori e popolo del Cai, una cinquantina di persone debitamente distanziate, dopo una camminata di oltre due ore, hanno rinnovato l’impegno a tessere trame di solidarietà e coesione.

«Noi amministratori abbiamo deciso di partite tutti da Fonni proprio perché questo territorio ci ha sempre visto uniti in nome del suo sviluppo. In cammino non abbiamo parlato di problemi ma di opportunità» ha detto il primo cittadino di Desulo, Gigi Littarru. «Tutti assieme – ha proseguito – chiediamo venga riconosciuta una politica specifica della montagna e l’apertura in Regione di un ufficio dedicato». Per Marco Melis, sindaco di Arzana nel cui territorio ricade la vetta, la montagna rappresenta una valida alternativa al mare. «Non esistono solo turisti ma anche viaggiatori e scopritori desiderosi di avventurarsi in territorio come il nostro. Il mio auspicio è che privati e associazione si mettano in rete e si organizzino per sfruttare questa grande opportunità. I tempi – ha dichiarato Melis – sono maturi».

Laura Mameli presidente del consiglio comunale villagrandese ha ricordato come quest’occasione «rappresenti un ottimo punto di incontro per i nostri territori che insieme possono ragionare di progetti e iniziative». Infine Daniela Falconi, sindaca di Fonni, che ha ringraziato il Cai, presente con rappresentanze arrivate da tutte le province e con la presidentessa regionale Pierina Mameli. «Grazie al Cai si tiene alta l’attenzione sulle montagne, sulla loro valorizzazione e tutela. Credo – ha dichiarato la sindaca – si debba, per una volta, invertire il paradigma. Da qui si vede tutto e tutto può ripartire da qui». Aspetti meno politici ma ugualmente importanti sono stati toccati dai vertici del sodalizio che ha scelto questo tratto del Sentiero Italia Cai per riprendere le attività e far calcare il sentieri anche ai militari della Brigata Sassari rappresentati dal colonnello Luigi Moi. «Il lockdown – ha commentato Staffa – ci ha fatto capire ancora di più l’importanza della natura e dello stare insieme. A noi ogliastrini ha confermato che stile di vita sano e malattie non vanno d’accordo. Il primo aspetto può prevalere sul secondo». Marteddu promotore dell’iniziativa si è detto entusiasta: «Il nostro problema era tradurre il sostantivo ripartenza. Torramus era quanto di più incisivo potessimo trovare per spiegare il senso di questa giornata. Punta La Marmora è il cuore della Sardegna e i sentieri sono le arterie che si dipanano e noi da lì ripartiamo».
 

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