La Nuova Sardegna

Nuoro

A Olzai è scontro sulla intitolazione della sala consiliare

di Michela Columbu
A Olzai è scontro sulla intitolazione della sala consiliare

L’opposizione comunale contesta il metodo della sindaca «Era necessario coinvolgere prima cittadini e associazioni»

12 luglio 2020
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OLZAI. Contesta il metodo, il gruppo in consiglio comunale che siede all’opposizione, per una decisione assunta dalla sindaca Ester Satta che sarebbe dovuta passare invece da un percorso di studio, conoscenza e condivisione popolare. Argomento del contendere è la proposta di intitolazione della sala consiliare a Antonio Dore, sindaco degli anni ’70 di una Olzai profondamente diversa da quella di oggi, amato dal popolo, antifascista, e proveniente da una famiglia importante, primo segretario regionale sardo del Pci, con il padre Francesco medico e parlamentare.

L’argomento della intitolazione è stato affrontato come unico punto all’ordine del giorno nel consiglio comunale dell’8 luglio scorso, e qua i consiglieri d’opposizione Giovanni Marcello, Raimonda Sanna e Michelangelo Carta hanno espresso il loro diniego rispetto appunto alla procedura decisionale: «Riteniamo che sia importante e necessario, da parte dell’amministrazione, avviare una riflessione collettiva – spiegano all’unisono – utile a misurare la solidità e la tenuta della nostra identità e della nostra coscienza sociale attraverso il coinvolgimento, non solo del Consiglio e della giunta comunali, ma anche della cittadinanza olzaese (sia quella ancora residente, sia quella che vive fuori paese) e delle diverse associazioni che coraggiosamente e generosamente ancora operano ad Olzai. Non si tratta solamente di mettere in pratica princìpi democratici immuni da dirigismi politici e da imposizioni dall’alto poiché il governo della cosa pubblica, ma riguarda una metodologia che vuole coinvolgere ed interessare nuovamente tutta la popolazione per renderla consapevole dell’inestimabile patrimonio culturale e identitario di cui essa è stata la culla ed è, oggi, custode».

In buona sostanza, il periodo non è per l’opposizione comunale quello adatto a una scelta del genere: primo perché esistono limitazioni al normale confronto con la cittadinanza e il tessuto associativo (lo stesso consiglio comunale dava come unica possibilità di partecipazione popolare attraverso la diretta streaming) per via delle limitazioni ancora in essere come da Dpcm, secondo perché il mandato della amministrazione firmato Satta è quasi giunto alla fine, prorogato fino all’autunno per via della emergenza sanitaria, e per questo «si dovrebbe attenere quindi – concludono i tre consiglieri comunali – alla ordinaria amministrazione». La prima cittadina contattata dalla Nuova Sardegna, non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito.

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