La Nuova Sardegna

Nuoro

Poliambulatorio a mezzo servizio

di Sergio Secci
Poliambulatorio a mezzo servizio

Siniscola, denuncia dei consiglieri di minoranza: pochissime prestazioni e il Covid è diventato un alibi

22 luglio 2020
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SINISCOLA. “Ma si vuole chiudere il poliambulatorio?”. Questa la domanda provocatoria che si pongono i consiglieri di minoranza di Siniscola a seguito delle numerose carenze emerse nell’erogazione dei servizi di quello che dovrebbe essere il polo sanitario dell’intera Baronia. “Disservizi, trascuratezze e ed inefficienze che nascono molto prima dell’emergenza da Covid laddove gli utenti si son visti negare i livelli essenziali di assistenza in oncologia con tante persone costrette a spostarsi a Nuoro”. Così recita una nota firmata da Antonio Satta, Caterina Floris, Lucio Carta, Antonio Bidoni e Franca Pau.

“Il Distretto Sanitario non ha futuro e ogni giorno che passa si vive con l'incertezza. Il depotenziamento è cominciato da circa una decina di anni e di recente, come opposizione siamo intervenuti più volte per denunciare la progressiva dismissione dei servizi”. I consiglieri evidenziano che sono andate perse un terzo delle ore dei servizi specialistici; le prenotazioni hanno tempi di attesa lunghi con cardiologia ha già raggiunto il tetto massimo di prenotazioni.

Manca la media di 15 ore per ambulatorio per garantire un corretto servizio all’utenza e il servizio di igiene pubblica composto da tre medici titolari, è ridotto a zero. Alle vaccinazioni è dedicato un solo giorno la settimana e le restanti attività sono state da mesi dirottate a Nuoro. Manca un mammografo con un bacino di oltre novemila donne tra i 50 ed i 69 anni che dovrebbe essere sottoposta a screening per tumore mammario. Da due anni il consultorio è privo del ginecologo e il reparto di pneumologia è sguarnito.

“Il Covid è il nuovo alibi per trincerare il proprio operato – dicono ancora – basta pensare che nel pieno dell’emergenza per settimane, i dispenser non erano stati riempiti di igienizzante; sono mancati i dispositivi di protezione, nessuna disinfezione; prenotazioni bloccate e attive solo le emergenze ma solo con impegnativa urgente. Il depotenziamento dei servizi sanitari locali – concludono – è un fatto inqualificabile, poiché investe la quotidianità di un territorio mettendo in croce le fasce di popolazione bisognose di cure e assistenza irrinunciabili. In gioco c’è il diritto alla salute, considerato che tra le funzioni della conferenza dei Sindaci e la cooperazione con la Ats c’è la definizione delle linee di indirizzo delle Ats medesima, di programmazione e di integrazione in risposta ai bisogni di salute con prestazioni sanitarie adeguate”.

“Riteniamo che i sindaci – concludono i consiglieri d’opposizione – debbano innalzare le barricate contro lo smantellamento del poliambulatorio. Il tempo delle chiacchiere deve finire e alla politica locale chiediamo la mobilitazione e il coinvolgimento dei cittadini, affinché si proclami lo stato di agitazione contro l’abbandono in cui versa il distretto sanitario baroniese”.

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