La Nuova Sardegna

Nuoro

Oliena, esperti al lavoro sui resti umani

di Giusy Ferreli
Oliena, esperti al lavoro sui resti umani

Oliena. Il ritrovamento a “Sa nurra de sa hoda” apre diversi scenari, investigativi e archeologici

24 luglio 2020
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OLIENA. Il Supramonte di Oliena ha regalato l’ennesimo mistero da risolvere. I carabinieri del paese ai piedi del monte Corrasi, allertati dal gruppo di speleologi che hanno rinvenuto un osso nella cavità di “Sa nurra de sa hoda” hanno già avviato gli accertamenti per risalire all’età dei resti umani. L’osso, un omero ben conservato, verrà subito affidato ad un medico legale che dovrà fugare diversi dubbi. «Esami e accertamenti sono indispensabile per capire a quale periodo risalga l’osso», dice a questo riguardo il maggiore Gianluca Graziani, comandante della Compagnia dei carabinieri di Nuoro -. L’Arma ha tutto l’interesse a capire se esista qualche collegamento con persone scomparse misteriosamente nella zona o peggio ancora se possa, invece, avere legami con una delle tante persone rapite nei tempi bui dell’Anonima sequestri e che non hanno mai fatto ritorno a casa. Se così non fosse e gli esami stabilissero che i resti sono più antichi ad interessarsi all’omero saranno altri soggetti. Se si dovesse stabilire che risalgono all’alba dei tempi finirà al vaglio della Sovrintendenza dei beni culturali. Prima però è necessario che tutti i dubbi vengano chiariti». Anche per il ritrovamento dei resti umani di “Su Sercone” , che pure aveva suscitato tanto clamore, prima di formulare qualsiasi ipotesi abbiamo fatto ricorso alla scienza . Alla luce delle indagini - sottolinea l’ufficiale a capo della Compagnia di Nuoro - si è poi appurato che si trattava di resti di diversi individui morti più di 300 anni fa. In quel caso si trattava di una sepoltura collettiva” . Tuttavia l’interesse suscitato dal rinvenimento, avvenuto all’interno di un monumento naturalistico nella valle di Lanaitto, è grande. Nella tarda mattinata di mercoledì, in quella caverna dove per una serie fortunata di coincidenze in un certo periodo dell’anno si può assistere allo spettacolo del sole che inonda di luce l’intero antro, con le sorelle Francesca e Claudia Meloni, e i loro fidanzati Alessio Ficarella e Alessio Trenta, c’era una guida del luogo. Daniele Nieddu, olianese appassionato di speleologia di 38 anni, di cui gli ultimi venti trascorsi in giro per le grotte di Sardegna , alla vista dell’omero ha avuto un mezzo sussulto. «Anche io sono rimasto incuriosito dal ritrovamento. Al di là della misteriosa storia che si celava nella grotta - dice - , si tratta dei resti di un essere umano. Un essere umano che deve poter riposare in pace». Nelle sue peregrinazioni per grotte ha ritrovato innumerevoli ossa ma non avendo le competenze necessarie a distinguere se si trattasse di resti umani o animali ha preferito lasciar perdere. Non così mercoledì scorso quando a incappare nell’osso sono stati due medici che con i loro compagni d’avventura hanno fantasticato sull’origine nuragica del reperto. Un’ ipotesi accarezzata da Nieddu.

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«Certo - afferma - se fosse appartenuto ad uno dei nostri avi nuragici sarebbe una bella scoperta, il suo studio potrebbe aggiungere importanti tasselli alla conoscenza della nostra storia». Sarebbe bello che quei resti non appartenessero ad una delle tante persone inghiottite nel nulla ma potessero raccontare di un passato, per certi versi misconosciuto, dove a recitare un ruolo da protagonisti sono guerrieri, navigatori e costruttori di nuraghi. In grotta è stato rinvenuto del vasellame riconducibile all’Età del bronzo. Tore Buschettu, presidente della Federazione speleologica sarda che conosce a menadito il territorio non si sorprende più di tanto. E proprio perché sa quali tesori le grotte possono celare insiste sulla loro tutela. «Lo speleologo sa che non deve toccare nulla e che deve chiamare le autorità competenti, carabinieri, ranger o Sovrintendenza seconda dei casi. Nel salone de “sa hoda” - sottolinea - ci sono altre zone di interesse archeologico e noi stiamo ben attenti. Per questa ragione “sa hoda” ha bisogno di una tutela particolare»

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