La Nuova Sardegna

Nuoro

Asowata e Grace, amore e Sprar a Macomer

Giulia Serra
Asowata e Grace, amore e Sprar a Macomer

Celebrate le nozze di due giovani nigeriani che dopo l’accoglienza hanno scelto la cittadina del Marghine per vivere 

27 luglio 2020
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MACOMER. Asowata e Grace ora sono marito e moglie. Dopo la breve ma toccante cerimonia, i loro volti possono sciogliersi in un sorriso, riconquistato faticosamente e forse per questo più brillante e intenso. A poca distanza, serenamente accovacciati sulle ginocchia di due donne macomeresi nelle poltroncine solitamente riservate ai rappresentanti delle minoranze consiliari, ci sono Sancess e Confidance, i loro due splendidi gemellini di neppure 4 anni, attentissimi osservatori di un evento che non potranno dimenticare. Al centro, troppo piccolo per curarsi del contorno, dorme invece serenamente tra le braccia di un'altra giovane macomerese, Alessandra, l'ultimo arrivato della famiglia, Destiny, quattro mesi appena. Dietro, un'esplosione di colori, di bimbi incuriositi e festanti che sorridono e rumoreggiano in barba all'etichetta imposta dal luogo e di occhi lucidi nei quali s'intravvedono storie passate da dimenticare e se ne proiettano altre, nuove, da costruire.

C'era davvero qualcosa di speciale ieri mattina nell'aula consiliare del Comune di Macomer. Un concentrato di speranza, emozione, diritti ritrovati, vita che si rigenera e comunità che sanno farsi protagoniste di una narrazione che sta al riparo dai riflettori per risplendere nella quotidianità, esprimendo con gesti semplici il senso più profondo di un abbraccio di civiltà ed umanità che sa guardare alle esistenze al di fuori della retorica gridata che imperversa oltre il muro della conoscenza. Asowata, Grace e i loro bambini sono stati il primo nucleo familiare a giungere a Macomer nel 2018 nell'ambito del progetto di microaccoglienza diffusa per richiedenti asilo e rifugiati, avviato nel centro del Marghine grazie ai fondi provenienti dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo. Origini nigeriane, reduci di quelle storie oscure figlie delle tante storture ignobili del nostro mondo contemporaneo che, passando per la Libia, si affacciano disperatamente alle porte del Mediterraneo, hanno potuto avere un'altra possibilità di vita grazie all'inserimento nella rete Sprar, che gli ha consentito di riappropriarsi della dignità di esseri umani e di lasciarsi alle spalle gli orrori indicibili del passato recente.

A condurre la cerimonia che li ha visti convogliare a nozze è Rossana Ledda, vice sindaca e assessora al sociale che ha seguito da vicino l'evolversi di un progetto, quello dello Sprar appunto, complesso e per nulla scontato, avviato coraggiosamente, ed in controtendenza rispetto al territorio del Marghine, dal Comune di Macomer due anni fa. Si emozionerà alla fine la vice sindaca, oltre la dimensione ufficiale, ricordando le difficoltà incontrate dai due coniugi e la scommessa di un percorso impervio che ha trovato nei volontari un sostegno impagabile. Al suo fianco c'è la figlia Chiara, che si è prestata per la traduzione simultanea dei passaggi ufficiali. Nel ruolo di testimoni dei novelli sposi ci sono Pietro Sechi e Maria Bonaria Sanna, due cittadini di Macomer, due persone che, come le tante presenti in sala, hanno contribuito in maniera determinante a fare dell'accoglienza e dell'inclusione un obiettivo realizzabile e un risultato concreto.

Il percorso Sprar di Asowata e Grace è giunto a naturale scadenza nel 2019, ma la famiglia ha scelto Macomer come luogo nel quale vivere. Per comprenderne la decisione potrebbero bastare le parole di Maria Bonaria, Luciana e Vincenza: «È un grande giorno e c'è stato un grande slancio di solidarietà. Questo è un matrimonio a costo zero, tutti hanno fatto qualcosa per renderlo possibile. Ed in questo slancio ci siamo ritrovati - nel senso di umanità ed amicizia - anche noi».

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